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martedì 31 marzo 2009

Stipendi e potere di acquisto italiani tra i più bassi in Europa: retribuzioni ferme da 15 anni se rapportate all'inflazione.

Sono preoccupanti i dati che ci giungono sui salari dei lavoratori italiani rapportati all'inflazione. Bisogna assolutamente cambiare la situazione!

L'indice del fatturato dell'industria e l'indice dei salari rappresentano il peggior dato dal 1991. I due indicatori sono scesi del 2,1% rispetto a dicembre.

Nel confronto su base trimestrale, il fatturato scende dell'8,8% e gli ordinativi del 14,2%. L'auto resta uno dei settori più colpiti.

Gli ordinativi sono scesi del 35,8% su base tendenziale, con una riduzione del 29,3% per la componente nazionale e del 43% per quella estera. Il fatturato è invece diminuito del 47,4% su base annua, con un crollo del 42,8% della componente nazionale e del 52,3% di quella estera.

'Tante volte ho l'impressione che il susseguirsi di dati vecchi possono scoraggiare la ripresa e rendere più complessa la crisi', ha commentato il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, il quale afferma che 'i monitoraggi ci segnalano che ci sono spiragli lontani ma ci sono'. 'L'ho sentito dire anche dall'amministratore delegato di Fiat, Marchionne, e da altri esponenti dell'industria'. Ma l'ottimismo del ministro non trova riscontri nella realtà dei fatti.

I salari netti sono fermi al 1993: lo ha spiegato oggi, dati alla mano, l'Ires Cgil che nel suo ultimo rapporto sottolinea come dal 1993 al 2008, nonostante l'aumento dei prezzi, i salari hanno registrato una crescita pari a zero.

Secondo l'Ires-Cgil, infatti, l'inflazione è cresciuta del 41,6%, le retribuzioni contrattuali del 41,1% mentre le retribuzioni di fatto del 47,5%. Secondo i dati elaborati dall'Ires-Cgil sulle dichiarazioni dei redditi presso i Caaf, inoltre, circa 13,6 milioni di lavoratori guadagnano meno di 1.300 euro netti al mese e circa 6,9 milioni ne guadagnano meno di 1.000, di cui oltre il 60% sono donne.

E che gli stipendi fossero 'al palo' se ne sono accorti benissimo anche la maggior parte dei lavoratori dipendenti, visto che faticano terribilmente ad arrivare alla fine del mese anche quando usufruiscono di salari considerati 'medi'.

Inoltre, i dati sui confronti internazionali 'confermano l'insistenza di una questione salariale tutta italiana - si legge nell'indagine - in cui le retribuzioni nette italiane (a parità di potere d'acquisto) risultano inferiori di 12 punti rispetto a quelle spagnole, di 29 punti rispetto a quelle dei francesi, di ben 43 punti rispetto alle tedesche, di 56 punti rispetto ai salari dei lavoratori degli Stati Uniti, fino ad arrivare a meno della meta' di quelle dei lavoratori inglesi'.

Più in dettaglio, tra il 1993 e il 2007 le retribuzioni italiane sono cresciute del 4 per cento (appena 750 euro) contro la crescita reale delle retribuzioni lorde dei lavoratori spagnoli del 10 per cento (1.700 euro), dei lavoratori tedeschi (4 mila euro) e americani (3.400 euro) del 13 per cento, dei francesi del 23 per cento (4 mila euro) e degli inglesi del 29 per cento (8.300 euro).

E non basta. Nei passati 15 anni 'i lavoratori dipendenti hanno lasciato al fisco 6.738 euro cumulati, in termini di potere d'acquisto, tra la mancata restituzione del fiscal drag e l'aumento della pressione fiscale - dice il rapporto - Lo Stato ha dunque beneficiato di circa 112 miliardi di euro tra maggiore pressione fiscale e fiscal drag'.

Dunque ora 'serve una nuova politica dei redditi, interventi più forti per sostenere la ripresa', ha dichiarato il leader della Cgil Guglielmo Epifani, visto che 'il fisco ha mangiato i pochi guadagni di produttivita''. E per cominciare a 'dare una risposta concreta alla questione salariale' Epifani ha chiesto 'un aumento di 100 euro in busta paga a lavoratore.

Nell'impostazione del bilancio del 2010 - ha spiegato il numero uno di corso Italia - chiediamo che questo obiettivo venga assunto dal governo e contemporaneamente che tutti gli interventi del 2009 siano a sostegno di chi perde il lavoro e dei precari'. La copertura dell'aumento dei 100 euro in busta paga potrebbe provenire, secondo Epifani, da 'una minore spesa per interessi sul debito pari a 7 miliardi nel 2009; la restituzione del fiscal drag del biennio 2008-2009 per almeno 4 miliardi di euro; la lotta all'evasione con il ripristino delle misure introdotte dal governo Prodi per recuperare almeno i 5 miliardi di euro mancanti dal gettito Iva, e infine, per la parte restante (4 miliardi) dalla maggiore propensione al consumo che contribuisce alla crescita del Pil (+1 per cento in quattro anni) e da un disavanzo contenuto recuperabile al 2011'.

Ai dati più che allarmanti sui salari italiani si aggiungono i numeri sulla disoccupazione nel biennio 2008-2010, che sfiora il milione di lavoratori, e l'incidenza pesantissima di prezzi e tariffe sul loro reddito.

E' evidente che servirebbe una strategia politico-economica volta alla redistribuzione della ricchezza, vale a dire l'opposto di quanto sta accadendo in questo Paese da quando Berlusconi siede a palazzo Chigi.

domenica 8 febbraio 2009

Europarlamentari italiani: stipendi più alti rispetto alle altre nazioni

Le elezioni europee sono alle porte. Tra un pò anche in Abruzzo partirà il toto-candidati nelle redazioni, mentre nelle segreterie dei partiti e nei palazzi romani si assisterà ai "pacati" calci negli stinchi, ai "costruttivi" sgambetti, alle "collegiali" gomitate in faccia che precedono, beninteso, la "serena e condivisa" compilazione delle liste. L'importante tornata elettorale già avvelena anzi il clima politico in Italia e anche nella nostra Regione, a causa della soglia del 4% che per i piccoli partiti rischia di trasformare il parlamento di Bruxelles in una chimera. Marco Pannella, europarlamentare in carica, non ci dorme la notte, e ha perso pure l'appetito...
Intanto è bene sapere che gli eurodeputati italiani, come spiega un'inchiesta del settimanale l'Espresso, sono i meno presenti alle attività all'assemblea di Strasburgo. I nostri eletti sono rimasti infatti a casa una volta su tre, mentre i finlandesi hanno un tasso di presenze del 90%, i tedeschi di poco inferiori e così pure gli  europarlamentari degli altri paesi membri.

Inoltre, sottolinea L'Espresso: "gli europarlamentari italiani hanno tassi scandalosamente bassi di produttività: 61 deputati non hanno mai presentato una relazione che, a differenza delle inutili interrogazioni, sono testi 'legislativi' o 'di indirizzo', e 17 non si sono mai scomodati ad aprire bocca in assemblea." Fannulloni come i dipendenti di un ufficio della Marina militare di Napoli che giorni fa sono stati denunciati perché erano soliti firmare i registri delle presenze, per poi tornare beatamente a casa o a prendere il sole a Posillipo.
I nostri europarlamentari  primeggiamo però in stipendi: 144.084,36 euro, 12mila al mese netti più una lunga lista di benefit. Sono pagati dall'euro contribuente infatti i  ristoranti, le auto blu con relativo autista, i cellulari, i cinema, i teatri, le autostrade, i treni e gli aerei, piscine e palestre e pure i francobolli. Tutto compreso un stipendio di un euro parlamentare italiano può arrivare a 35mila euro al mese. Per fare un impietoso paragone, ecco l'elenco degli stipendi degli altri europarlamentari, a seconda della nazionalità:
 
Lituania 14.196 euro annui
Lettonia 12.900
Ungheria 9.132
Polonia 7.369
Slovenia 50.400
Cipro 48.960
Portogallo 41.387
Spagna 35.051
Lussemburgo 66.432
Francia 62.779
Finlandia 59.640
Svezia 57.000
Gran Bretagna 81.600
Belgio 72.017
Danimarca 69.264
Grecia 68.575
Austria 106.583
Olanda 86.108
Germania 84.108
Irlanda 82.065 
 
Italia 144.084,36 euro all'anno: niente male davvero per un Paese che ha il terzo debito pubblico più alto del mondo, in cui su ogni famiglia italiana gravano in media quasi 80mila euro,  per complessivi 1.667,2 miliardi di euro in base alle rilevazioni al 31 agosto 2008.  Chissà se la busta paga crea imbarazzo all'europarlamentare  Carlo Fatuzzo, leader del Partito dei Pensionati. Alla Fame, si potrebbe aggiungere nell'acronimo della formazione politica che si attesta ad un ragguardevole 1%.
A proposito di aerei e di debiti: per anni è stato un vizietto dei nostri europarlamentari viaggiare su Ryanair con un conveniente biglietto  low cost, facendo poi però risultare di aver viaggiato su un'altra compagnia in business class, in particolare su Alitalia. Il che significava per loro mettersi in tasca  anche 900 euro a tratta del rimborso forfettario, alla facciaccia  della nostra compagnia di bandiera che intanto precipitava nella voragine dei debiti.
Il 15 giugno 2005 l'Europarlamento ha finalmente approvato il nuovo Statuto che inserisce il principio del rimborso su presentazione puntuale del giustificativo di spesa. Con certi personaggi che bazzicano l'euro-transatlantico,  c'era poco da fidarsi delle auto-certificazioni. Ma entrerà in vigore solo dal 2009 e con un periodo transitorio di due legislature. Paolo Cirino Pomicino fece invece le cose ancora più in grande:  ha viaggiato su un volo privato gentilmente concesso dalla presidenza del Consiglio, poi per fortuna soppresso.

Ma torniamo agli euro-fannulloni di casa nostra: fanalino di coda per presenze il socialista Gianni de Michelis uno dei protagonisti della dorata stagione del socialismo da bere, con il 51% delle presenze, una sola relazione e tre interventi pronunciati in aula. Poco migliore la performance di Vito Bonsignore  dell'Udc, con il 55% delle presenze, zero relazioni e 10 interventi.  Se può interessare Bonsignore, ai tempi di Tangentopoli, è stato condannato in via definitiva a 2 anni di carcere per tentata corruzione per l'appalto dell'ospedale d'Asti.  E ancora tra quelli in carica: Armando Veneto, Udeur, 48% delle presenze, Rapisardo Antunucci, socialista, 47%, il molisano Aldo Patricello, di Forza Italia, 61%, Giorgio Carollo, Forza Italia, 62%;  l'ex portavoce di Berlusconi, e giornalista Jas Gawronsky, 67% di presenze , Umberto Pirilli, An, al 62%, Mauro Zani, Pd, al 63%.

La legge italiana permette a sindaci e presidenti di provincia di ricoprire anche l'incarico a Bruxelles. Si spiega dunque perchè Adriana Poli Bortone, europarlamentare di An, a Strasburgo non si è vista quasi mai, solo il 34% delle sedute. Peggio di lei Giuseppe Bova, presidente Pd del consiglio regionale della Calabria, solo con il 28% delle presenze prima di una opportuna rinuncia allo scranno. Alfredo Antoniozzi, anche lui Forza Italia, assessore comunale di Roma, a Strasburgo la meta delle volte che dovrebbe.rara la presenza anche di Corrado Gabriele del prc, assessore in Campania.
 
C'è poi la cantante e soubrette televisiva Iva Zanicchi, europarlamentare di Forza Italia: è stata ripescata a maggio, e in otto mesi ha collezionato 23 assenze su 43 plenarie a disposizione, e un solo intervento sulla povertà nel mondo. Ora l'Aquila di Ligonchio, così era chiamata all'inizio della sua carriera, si sta preparando al Festival di Sanremo, e quindi a Strasburgo continueranno a vederla poco e niente. Nel 2004 la Zanicchi fu una fortunata prescelta nella nutrita schiera di cantanti, soubrette e personaggi televisivi. Niente da fare invece per l'ex signora Peroni, Solby Stubing, candidata di An con Clarissa Burt, bocciata anche lei dagli elettori. Fuori anche Pietro Mennea, la conduttrice Fabrizia Carminati e l'ex vice Gabibbo, Stefano Salvi, Manuela Centa, Marcella Bella, Alessandro Cecchi Paone con Forza Italia e l'immancabile  Vittorio Sgarbi.  
Tra gli assenteisti, udite-udite, anche  Renato Brunetta, il nemico giurato dei fannulloni, il castiga-matti dei dipendenti pubblici in panciolle. Secondo l'Espresso le sue presenze si attestano dal 1999 al 2004 al 53,7%, dal 2004 al 2008 al 63,7%. Brunetta ha però contestato il dato  sostenendo che  la percentuale è stata calcolato su un numero superiore di sedute, e la percentuale corretta è invece  il 66,9%. Per l'esattezza. 
Assenteisti anche altri big della politica italiana transitati all'europarlamento, prima di approdare su altri lidi, più o meno gloriosi:   Antonio Di Pietro (44,29%), Walter Veltroni (41,79%), Clemente Mastella (40%) e Marcello Dell’Utri (14,64%). Alessandra Mussolini (48%), Raffaele Lombardo (41%), Emma Bonino (56%), Pier Luigi Bersani (57%), Ottaviano Del Turco (57%), Fausto Bertinotti (57%), Paolo Cirino Pomicino (42%.) . Assenteisti anche gli ex-deputati Lilli Gruber e Michele Santoro
Complimenti invece a Luca Romagnoli della Fiamma tricolore e a Vincenzo Aita di Rifondazione comunista, che fanno registrare il 93% delle presenze.  Come dire: opposti presenzialismi..
Per i nostri rappresentanti poi far parte del Parlamento europeo è un optional, non una missione da affrontare con il massimo impegno, in quanto, sembra superfluo sottolinearlo, a Strasburgo si decidono cose importantissime per ogni Paese membro, tra cui l'entità di fondi comunitari da destinare ad esempio all'Abruzzo, come quelli di cui ieri si è discusso a Pescara.
Sono tantissimi i casi di europarlamentari che lasciano il seggio per fare altro, come candidarsi in altre tornate elettorali. Su  78 parlamentari iniziali, solo 48 sono tuttora in carica. E' anche il caso  dell'abruzzese  Ottaviano Del Turco: eletto a furor di popolo  ha  poi ha lasciato nel 2005 il seggio a tal Vincenzo Lavarra per candidarsi alle Regionali. Sappiamo come è andata a finire, e forse lo stesso Del Turco si sta mordendo le mani. E medita di tornare a Bruxelles, qualcuno dice  imbarcandosi nel Pdl.
A seguito delle Politiche del 2008   rinunciatari a Bruxelles sono Renato Brunetta (Pdl), Umberto Bossi (Lega), Alessandra Mussolini (Pdl) e Lapo Pistelli (Pd), eletti alla Camera, e di Mario Mantovani e Adriana Poli Bortone (Pdl) e Alfonso Andria e Luciana Sbarbati (Pd) eletti al Senato. Cristiana Muscardini (Pdl), invece, ha preferito mantenere il suo seggio europeo, rinunciando quello conquistato alla Camera. Altre defezioni portano i nomi di Raffaele Lombardo (Pdl), che è stato eletto presidente della Regione Sicilia, di Francesco Musotto (Pdl) entrato nell’Assemblea regionale siciliana, di Nicola Zingaretti (Pd), diventato presidente della Provincia di Roma, e del leghista Gian Paolo Gobbo, nuovo sindaco di Treviso.
La casalinga di Urlapicchio potrebbe però a questo punto chiedersi: "Ma se ti abbiamo votato per fare l'europarlamentare perché non sei rimasto a Strasburgo? Mica ti abbiamo mandato a fare il minatore, come i compaesani che morirono a Marcinelle... A questo punto potevate candidare me, o la mia amica comare Pina, che parla pure correttamente in inglese!"

LA MUSICA PERO' CAMBIA: ARRIVA L'ANAGRAFE DEGLI ELETTI!
Tempi duri per i nostri oziosi e latitanti europarlamentari, e la situazione sopra fotografata sarà, si spera, solo un brutto ricordo. Su iniziativa di Marco Cappato dei Radicali il Parlamento europeo ha infatti approvato a gennaio una risoluzione sull'accesso ai documenti del Consiglio, del Parlamento e della Commissione. Sarà così presto on line e facilmente consultabile un' Anagrafe Pubblica degli Eletti, contenente quanto segue:

1) attività, partecipazione e presenza dei deputati europei ai lavori parlamentari in termini assoluti, relativi e percentuali.
2) attività del Parlamento in plenaria e in commissione.
3) indennità e spese dei deputati, nonché tutte le dichiarazioni di interessi finanziari per tutti i deputati.

La risoluzione è passata con 355 voti a favore, 195 contrari, 18 astenuti. A votare contro questa norma anti-fannulloni, ricorda Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, una nutrita schiera di europarlamentari italiani del Pdl, tra cui l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini,Guido Podestà, Elisabetta Gardini,  Lia Sartori, Beppe Gargani, Roberta Angelilli, Domenico Basile, Sergio Berlato, Antonio Mussa, Nello Musumeci, Salvatore Tatarella.
Ricordiamocele queste cose, quando a giugno ci recheremo alle urne.

 

FT
RIDIAMOCI  SOPRA...

 
 
CHI CI RAPPRESENTA IN EUROPA

Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratici Cristiani) e dei Democratici Europei
  • Gabriele Albertini, FI, membro
  • Alfredo Antoniozzi, FI, membro
  • Vito Bonsignore, UDC (poi Pop-Lib), vicepresidente
  • Renato Brunetta, FI, membro (in carica fino al 28.04.2008)
  • Elisabetta Gardini, FI, membro (subentrato il 30.05.2008)
  • Giorgio Carollo, FI, membro
  • Giuseppe Castiglione, FI, membro (in carica fino al 11.09.2008)
  • Maddalena Calia, FI, membro (subentrata il 12.09.2008)
  • Lorenzo Cesa, UDC, vicepresidente (in carica fino al 27.04.2006)
  • Aldo Patriciello, Popolo della Libertà, ex UDC, membro (subentrato il 08.05.2006)
  • Paolo Cirino Pomicino, UDEUR (poi DC Aut), membro (in carica fino al 27.04.2006)
  • Armando Veneto, UDEUR (poi Indipendente), membro (subentrato il 08.05.2006)
  • Antonio De Poli, UDC, membro (in carica fino al 15.05.2005)
  • Iles Braghetto, UDC, membro (subentrato il 29.07.2005)
  • Armando Dionisi, UDC, membro (in carica fino al 27.04.2006)
  • Carlo Casini, UDC, membro (subentrato il 08.05.2006)
  • Michl Ebner, SVP, membro
  • Carlo Fatuzzo, Pens, membro
  • Giuseppe Gargani, FI, membro
  • Jas Gawronski, FI, membro
  • Raffaele Lombardo, UDC (poi MPA), membro (in carica fino al 21.05.2008)
  • Sebastiano Sanzarello, UDC, poi Forza Italia, membro (subentrato il 22.05.2008)
  • Mario Mantovani, FI, membro (in carica fino al 28.04.2008)
  • Iva Zanicchi, FI, membro (subentrato il 16.05.2008)
  • Mario Mauro, FI, membro
  • Francesco Musotto, FI, membro (in carica fino al 22.06.2008)
  • Innocenzo Leontini, FI, membro (subentrato il 23.06.2008, in carica fino al 23.07.2008)
  • Eleonora Lo Curto, FI, membro (subentrato il 24.07.2008)
  • Guido Podestà, FI, membro
  • Amalia Sartori, FI, membro
  • Antonio Tajani, FI, membro (in carica fino al 08.05.2008)
  • Paolo Bartolozzi, FI, membro (subentrato il 23.06.2008)
  • Riccardo Ventre, FI, membro
  • Marcello Vernola, FI, membro
  • Stefano Zappalà, FI, membro

  • Gruppo Socialista - PSE
  • Giovanni Berlinguer, Ulivo-DS (poi SD), membro
  • Pier Luigi Bersani, Ulivo-DS (PD), membro (in carica fino al 27.04.2006)
  • Donata Gottardi, Ulivo-DS (PD), membro (subentrato il 08.05.2006)
  • Mercedes Bresso, Ulivo-DS, membro (in carica fino al 24.05.2005)
  • Massimo D'Alema, Ulivo (DS), membro (in carica fino al 27.04.2006)
  • Ottaviano Del Turco, Ulivo-SDI, membro (in carica fino al 01.05.2005)
  • Vincenzo Lavarra, Ulivo-DS (PD), membro (subentrato il 24.05.2005)
  • Giovanni Claudio Fava, Ulivo-DS (poi SD), membro
  • Lilli Gruber, Ulivo-Ind (PD), membro (in carica fino al 30.09.2008)
  • Monica Giuntini, Ulivo-DS (PD), membro (subentrato il 17.10.2008)
  • Pia Elda Locatelli, Ulivo-SDI (Partito Socialista), membro
  • Pasqualina Napoletano, Ulivo-DS (poi SD), vicepresidente
  • Pier Antonio Panzeri, Ulivo-DS (PD), membro
  • Gianni Pittella, Ulivo-DS (PD), membro
  • Guido Sacconi, Ulivo-DS (PD), membro
  • Michele Santoro, Ulivo-Indipendente, membro (in carica fino al 13.11.2005)
  • Marta Vincenzi, Ulivo-DS, membro (in carica fino al 30.06.2007)
Mauro Zani, Ulivo-DS (PD), membro
  • Nicola Zingaretti, Ulivo-DS (PD), membro (in carica fino al 16.06.2008)

  • Rapisardo Antinucci, PS, membro (subentrato il 17.06.2008)
  • In data 08.05.2006, aderisce al gruppo il deputato Achille Occhetto, IDV (Indipendente), membro (subentrato ad Antonio Di Pietro), (in carica fino al 14.11.07)
  • In data 15.05.2006, aderisce al gruppo il deputato Giulietto Chiesa, IDV (Indipendente) (poi SD), proveniente dal gruppo "Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa"
  • In data 23.10.2007, aderisce al gruppo il deputato Gianni De Michelis, PS, proveniente dal gruppo "Non Iscritti"
  • In data 23.10.2007, aderisce al gruppo il deputato Alessandro Battilocchio, PS, proveniente dal gruppo "Non Iscritti"
  • In data 16.05.2008, aderisce al gruppo il deputato Catiuscia Marini, PD, membro (subentrato a Lapo Pistelli)
  • In data 17.06.2008, aderisce al gruppo il deputato Maria Grazia Pagano, PD, membro (subentrato a Alfonso Andria)

Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa
  • Alfonso Andria, Ulivo-DL (PD), membro (in carica fino al 28.04.2008)
  • Emma Bonino, Lista Bonino, membro (in carica fino al 27.04.2006)
  • Marco Cappato, Lista Bonino, membro (subentrato il 08.05.2006)
  • Giulietto Chiesa, IDV (Indipendente), membro
  • il deputato rimane all'interno del gruppo fino al 15.05.2006, per poi aderire al Gruppo Socialista - PSE
  • Luigi Cocilovo, Ulivo-DL (PD), membro
  • Paolo Costa, Ulivo-DL (PD), membro
  • Antonio Di Pietro, IDV, membro (in carica fino al 27.04.2006) i
  • Enrico Letta, Ulivo-DL, membro (in carica fino al 27.04.2006)
  • Gianluca Susta, Ulivo-DL (PD), membro (subentrato il 08.05.2006)
  • Marco Pannella, Lista Bonino, membro
  • Lapo Pistelli, Ulivo-DL (PD), vicepresidente (in carica fino al 28.04.2008)
  • Vittorio Prodi, Ulivo-DL (PD), membro
  • Luciana Sbarbati, Ulivo-MRE (PD), membro (in carica fino al 28.04.2008)
  • Fabio Ciani, PD, membro (subentrato il 16.05.2008)
  • Patrizia Toia, Ulivo-DL (PD), membro
  • In data 08.05.2006, aderisce al gruppo il deputato Andrea Losco, Ulivo-DL (PD), membro (subentrato a Massimo D'Alema)
  • In data 15.11.2005, aderisce al gruppo il deputato Giovanni Procacci, Ulivo-DL, membro (subentrato a Michele Santoro; in carica fino al 27.04.2006)
  • Donato Veraldi, Ulivo-DL (PD), membro (subentrato il 08.05.2006)
  • In data 05.07.2007, aderisce al gruppo il deputato Francesco Ferrari, Ulivo-DL (PD), membro (subentrato a Marta Vincenzi)
  • In data 14.11.2007, aderisce al gruppo il deputato Beniamino Donnici, IDV (poi Indipendente, membro (subentrato a Achille Occhetto)

  • Unione per l'Europa delle Nazioni
  • Roberta Angelilli, AN, membro
  • Sergio Berlato, AN, membro
  • Mario Borghezio, LN, membro
  • Umberto Bossi, LN, membro (in carica fino al 28.04.2008)
  • Giovanni Robusti, Indipendente, membro (subentrato il 30.05.2008)
  • Alessandro Foglietta, AN, tesoriere
  • Romano Maria La Russa, AN, membro (in carica fino al 03.11.2008)
  • Antonio Mussa, AN, membro (subentrato il 04.11.2008)
  • Cristiana Muscardini, AN, copresidente
  • Sebastiano Musumeci, AN (poi LD), membro
  • Umberto Pirilli, AN, membro
  • Adriana Poli Bortone, AN, membro (in carica fino al 28.04.2008)
  • Domenico Antonio Basile, AN, membro (subentrato il 17.06.2008)
  • Matteo Salvini, LN, membro (in carica fino al 31.10.2006)
  • Gian Paolo Gobbo, LN, membro (subentrato il 08.11.2006; in carica fino al 23.06.2008)
  • Erminio Enzo Boso, LN, membro (subentrato il 23.06.2008)
  • Francesco Enrico Speroni, LN, membro
  • Salvatore Tatarella, AN, membro
In data 12.12.2006 i 4 deputati della Lega Nord vengono ammessi a far parte del Gruppo "Unione per l'Europa delle Nazioni". Precedentemente erano membri del gruppo "Indipendenza/Democrazia" (fino al 26.04.2006) e successivamente dei "Non iscritti".

Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica
  • Vittorio Agnoletto, PRC, membro
  • Fausto Bertinotti, PRC, membro (in carica fino al 27.04.2006)
  • Vincenzo Aita, PRC, membro (subentrato il 08.05.2006)
  • Giusto Catania, PRC, membro
  • Umberto Guidoni, PdCI, membro
  • Luisa Morgantini, PRC, membro
  • Roberto Musacchio, PRC, membro
  • Marco Rizzo, PdCI, membro
 
Indipendenza/Democrazia
Fino al 26.04.2006, i quattro deputati della Lega Nord Mario Borghezio, Umberto Bossi, Matteo Salvini e Francesco Enrico Speroni sono stati iscritti al Gruppo Indipendenza/Democrazia. Sono stati espulsi temporaneamente per divergenze sulla gestione dei fondi del gruppo e a causa delle provocazioni dell'allora ministro leghista Roberto Calderoli, in seguito alla pubblicazione delle caricature di Maometto sul Jyllands-Posten.
 
Gruppo Verde/Alleanza libera europea
  • Monica Frassoni, Verdi, copresidente
  • Sepp Kusstatscher, Verdi, membro

 

Identità, Tradizione, Sovranità
Il gruppo viene costituito in data 15.01.2007. Ne fanno parte i deputati Mussolini e Romagnoli che precedentemente aderivano ai "Non iscritti". Il gruppo viene sciolto il 14.11.2007 e tutti i suoi membri diventano parte dei "Non iscritti".
Non Iscritti
  • Alessandro Battilocchio, NPSI (poi PS), membroil deputato rimane all'interno del gruppo fino al 22.10.2007, per poi aderire al Gruppo Socialista - PSE
  • Gianni De Michelis, NPSI (poi PS), membro il deputato rimane all'interno del gruppo fino al 22.10.2007, per poi aderire al Gruppo Socialista - PSE
  • Alessandra Mussolini, AS, membro (in carica fino al 28.04.2008)
  • Dal 15.01.2007 al 14.11.2007 aderisce al gruppo Identità, Tradizione, Sovranità

  • Roberto Fiore, FN, membro (subentrato)
  • Luca Romagnoli, FT, membro
  • Dal 15.01.2007 al 14.11.2007 aderisce al gruppo Identità, Tradizione, Sovranità
  • In data 25.05.2005, aderisce al gruppo il deputato Gianni Rivera, Ulivo (poi Indipendente), membro (subentrato a Mercedes Bresso)
 
 
sabato 07 febbraio 2009, 12:30 
 
fonte:
http://www.abruzzo24ore.tv/news/Europarlamentari-italiani-i-piu-pagati-e-i-meno-presenti/9504.htm

lunedì 1 dicembre 2008

Stipendi, i manager Ict percepiscono 78.000 euro l'anno

L'indagine di Assintel sugli andamenti retributivi e occupazionali. I quadri sono sui 46.000 euro l'anno. Retribuzioni basse per il data entry.

04 Gennaio 2008

L'edizione 2007 dell'indagine che Assintel realizza insieme a Idc sugli andamenti retributivi e occupazionali del lavoro informatico ha decretato un aumento del lavoro nelle aziende It nazionali del 4,3%.

L'indagine è stata condotta fra ottobre e novembre sentendo un campione di 162 aziende, rappresentativo del tessuto Ict nazionale: 9% grandi aziende, 24% medie imprese, 20% piccole imprese e 47% micro imprese.

Un campione fatto prevalentemente da software house (40%) e società di servizi (20%), che complessivamente impiega 20.403 persone, a larga maggioranza sono lavoratori dipendenti, due su tre con contratto nazionale del terziario, e i restanti 38% con il contratto metalmeccanico.

Dall'indagine è emerso che in media i dirigenti delle aziende Ict italiane hanno 47 anni e percepiscono 77.877 euro lordi all'anno. Per i quadri l'età scende a 41 anni e la retribuzione a 46.241 euro. L'età media degli impiegati è di 35 anni, con un reddito di 25.166 euro, mentre i lavoratori atipici hanno in media 33 anni e sono retribuiti 26.161 euro. Il 30% delle aziende Ict italiane offre ai propri dirigenti una parte di retribuzione variabile, il 23%.

Nelle aree tecniche, la Ricerca&sviluppo, è ben remunerata: qui i dirigenti percepiscono 78.863 euro e i quadri 47.533 euro, mentre gli impiegati sono a quota 30.640 euro.
Decisamente meno guadagnano gli operatori di data entry (23.261 euro per gli impiegati e 13.943 euro per gli atipici) e di help desk (23.678 euro per gli impiegati e 14.828 euro per gli atipici).
A metà del guado ci sono i sistemisti (44.899 euro per i quadri e 26.654 euro i dipendenti) e l'assistenza tecnica (44.831 euro i quadri e 25.898 gli impiegati).

Nelle aree funzionali non tecniche (amministrazione e servizi) prosperano i dirigenti del personale, con 101.660 euro annui e delle vendite (96.623 euro).
Sul piano dei benefit orizzontali, l'83% delle aziende concede l'utilizzo del cellulare aziendale, il 78,9% delle aziende offre il pc portatile, mentre l'auto aziendale è utilizzata da due aziende su tre.

Quota 100.000 per il monte ore formative annue delle aziende intervistate, ossia 14,8 ore per addetto. Basso, il 2%, il tasso di assenteismo per malattia e praticamente inesistenti gli scioperi: 0,04% sulle ore totali lavorate nell'anno. Le donne lavoratrici all'interno del campione sono il 20,3%, con una percentuale di ruoli dirigenziali inferiore alla media (2,9% contro il 5,5% generale).


Fonte:

http://searchcio.techtarget.it/articoli/0,1254,17_ART_85010,00.html

sabato 18 ottobre 2008

Stipendi alti per manager IT europei

Secondo una ricerca pubblicata dalla società di consulenza Mercer, l'Europa Occidentale sforna compensi elevati per i professionisti IT

Sei dei dieci Paesi che pagano di più i manager IT appartengono all'Europa Occidentale.

Lo rivela l'IT Pay around the World, l'indagine 2007 pubblicata dalla società di consulenza Mercer. Lo studio ha coinvolto un campione pari a 6545 aziende in 35 differenti Paesi, con l'obiettivo di raccogliere la retribuzione totale dello staff IT.

In particolare, l'IT staff a tutti i livelli è pagato maggiormente in Svizzera, dove, ad esempio, il manager IT riceve, in media, uno stipendio pari a 140960 dollari all'anno. Lo stesso manager in Danimarca, il secondo paese con la retribuzione più alta, è pagato 123080 dollari, mentre in Belgio 121170 dollari. Regno Unito e Irlanda si collocano, invece, alla quarta e quinta posizione.

Oltre oceano, il guadagno medio di un IT manager è più basso: 107500 dollari negli Stati Uniti e 93860 dollari in Canada.

Comunque, a ricevere gli stipendi peggiori sono i professionisti tecnologici di Vietnam, Bulgaria e Filippine, rispettivamente 8140$, 11700$ e 11720$.

La ricerca ha, inoltre, mostrato come sia differente da Paese a Paese il rapporto tra il livello di competenza e la retribuzione. Ad esempio, in Indonesia, India, Brasile, Cile e Vietman lo stipendio non cresce con il raggiungimento di una posizione migliore. Cosa che, invece, accade negli Stati Uniti e in Europa Occidentale, dove il pagamento aumenta in maniera proporzionale alla crescita professionale.

«La globalizzazione delle funzioni IT - ha affermato David Conroy di Mercer Londra - continua a svilupparsi. Le aziende in Europa e negli Stati Uniti continuano ad essere più fantasiose nelle loro strategie di retribuzione per assicurarsi i migliori talenti. I dipendenti comprendono i mercati locali, e per questo le aziende cercano di svillupare delle strategie di successo per attrarre e mantenere lo staff e restare competitivi».

di Marianna Di Iorio

giovedì 18 ottobre 2007

Fonte:

http://www.pmi.it/lavoro-e-imprenditoria/news/1578/stipendi-alti-per-manager-it-europei.html


martedì 30 settembre 2008

Istat: gli statali hanno stipendi più alti dei privati nel 2001-2007

Lo stipendio medio annuo nel settore della Pubblica amministrazione è stato di poco superiore ai 27 mila euro, più alto rispetto al settore privato. Nel 2001, la retribuzione media era di 23.436 euro; nel 2007 ha raggiunto 27.076 euro.
È ampio il divario tra i comparti pubblici: la media retributiva più bassa è di circa 21 mila euro per i dipendenti delle Regioni e delle autonomie locali, mentre i valori più alti sono dei magistrati, che percepiscono in media 110 mila euro. I dati sono stati pubblicati dall’Istat nel resoconto delle retribuzioni contrattuali annue del pubblico impiego 2001-2007 che, per la prima volta, comprende anche gli stipendi dei dirigenti.
Ministeri, vigili del fuoco, agenzie fiscali e scuola: qui le retribuzioni sono in media di 24 mila euro; negli enti pubblici non economici ci si aggira sui 26,2 mila e per i dipendenti della presidenza del Consiglio sui 29,4mila euro. Livelli superiori per il servizio sanitario nazionale (30,5 mila), ricerca (31,9 mila), forze di polizia (31,2 mila a ordinamento civile e 33,3 mila a ordinamento militare), difesa-esercito (33 mila).
Nella classifica dei livelli più alti, sotto la media dei magistrati, di 110 mila euro, troviamo l’università, con retribuzione annue medie di 36,4 mila euro.
Retribuzioni medie più alte del privato: confrontando i dati del 2005, nella pubblica amministrazione lo stipendio medio era di 23.659 euro, mentre quello degli impiegati dei tre grandi aggregati del settore privato erano inferiori del 18,2% per l’agricoltura, del 4,6% per l’industria e del 2,1% per i servizi di mercato.

Fonte:
http://blog.panorama.it/economia/2008/09/26/istat-gli-statali-hanno-stipendi-piu-alti-dei-privati/

giovedì 25 settembre 2008

Stipendi politici lombardia

Tra chi è al vertice, Formigoni guida la classifica con 12.217 euro al mese, poi Penati con 9.306 e Moratti (9.124). È polemica dopo l´annuncio della Moratti, bocciato dai partiti della Cdl, che voleva tagliare i compensi Super rimborsi spese per chi arriva da fuori Milano, i comunali hanno sconto Atm e i biglietti gratis per San Siro, tutti gli assessori hanno l´auto blu con autista. Chi sta al Pirellone è sicuramente il più invidiato, un semplice consigliere può arrivare anche a 9.400 euro netti ogni mese. Meglio a chi sta a Palazzo Isimbardi, dove c´è un´indennità fissa di 2.300 euro lordi. In dotazione telefonino e computer
A Palazzo Marino c´è una netta sproporzione tra i politici e i dirigenti. E chi non ha un assessorato prende un gettone di 120 euro lordi a presenza.
di Giuseppina Piano
I Paperoni della politica abitano al Pirellone. C'è lo stipendio lordo, c'è una diaria esentasse che tutti i mesi porta 2.600 euro in tasca. E poi c'è un rimborso spese di trasporto che in un anno può far incassare anche poco meno di 20mila euro. Risultato: non solo il governatore Formigoni e i suoi assessori, ma anche tutti gli ottanta consiglieri regionali viaggiano al minimo a 9000 a euro netti al mese. Un consigliere comunale o provinciale, invece, fatica ad arrivare a 2000. Ai loro capi va decisamente meglio: al presidente provinciale Filippo Penati va ogni mese un assegno di 9306 euro lordi, solo 182 euro in più del sindaco di Milano. Quella Letizia Moratti che guida un Comune al quinto posto tra le grandi città per stipendi: dietro Roma che ha quasi il doppio di abitanti, ma anche dietro le più piccole Bologna, Bari e Palermo.

I costi della politica
- A Palazzo Marino è bastato che Letizia Moratti annunciasse l'autoriduzione dello stipendio del 35 per cento per far scatenare la rivolta dei suoi. Assessori e partiti della Cdl hanno detto mai e poi mai. Perché la rivolta? Perché tutto si tiene, nei costi della politica. Lo stipendio di un consigliere comunale e di un assessore non può superare una quota di quella del sindaco (un terzo i primi, due terzi i secondi), quello di consiglieri e assessori provinciali idem. Anche in Regione gli stipendi sono incatenati gli uni con gli altri, ma qui sono agganciati a quelli dei parlamentari italiani. La morale della storia, comunque, è una sola: basta cominciare a toccare un numero, e per tutti gli altri scatta un effetto domino al ribasso. E nessuno, infatti, di solito, comincia.

Lo stipendio e il benefit
- La verità dei costi dei politici non sta solo nelle buste paga di chi ci governa, perché dietro a quelle ci sono anche i rimborsi spese chilometrici della Regione, per cui conviene risiedere fuori Milano. C'è un esercito di 54 auto blu con autista a disposizione 24 ore su 24, festivi compresi: la macchina d'ordinanza spetta infatti a ogni assessore di Comune, Provincia e Regione. Passando agli sconti su treni e autostrade lombarde per i consiglieri regionali, agli abbonamenti Atm ribassati del 30 per cento per i consiglieri comunali. Ai pass per viaggiare in macchina nelle corsie riservate ai mezzi pubblici a Milano. E arrivando a computer e telefono cellulare, ormai in dotazione a tutti, agli 80 consiglieri regionali come ai 60 consiglieri comunali. Il privilegio più gradito alla maggioranza degli eletti a Palazzo Marino, però, sembra essere San Siro: hanno diritto a due biglietti gratis per partite o concerti al Meazza, e il benefit va sempre a ruba.


Il Comune - Nella classifica delle città italiane, Palazzo Marino è il quinto per stipendi ma sostanzialmente condivide la piazza con Catania e Torino, da cui la dividono solo spiccioli. Il sindaco Moratti guadagna 9.124 euro lordi al mese per 12 mesi. Circa 110mila euro all'anno, e cioè metà o meno di metà dello stipendio di quindici super-dirigenti di Palazzo Marino da lei assunti. La sproporzione tra politici e burocrati, del resto, a Palazzo Marino è lampante e il capo della machina, il direttore generale del Comune Giampero Borghini, costa alle casse pubbliche oltre 279mila euro all'anno. I sedici assessori comunali, invece, mettendosi in aspettativa dal lavoro incassano 5.930 euro lordi al mese. Che netti significano circa 3.800. Qualcosa in più spetterebbe al vicesindaco, ma da dieci anni il posto è occupato da Riccardo De Corato che è già stipendiato dal Parlamento e dunque deve rinunciare all'emolumento comunale. L'altro capitolo sono i consiglieri comunali, che da anni si lamentano di essere sottopagati e provano (inutilmente, visto che la legge nazionale li blocca) ad arrotondarsi lo stipendio. Ma quanto guadagna uno dei 60 eletti a Palazzo Marino? Non ha un fisso mensile, ma un gettone di presenza di 120 euro lordi a seduta d'aula o di commissione, con un tetto di 25 gettoni al mese, e niente ad agosto quando il Consiglio è fermo. Morale: al massimo, di fatto, i 60 eletti arrivano a 2000 euro netti al mese. Ma per accumulare gettoni (e dunque soldi) in Comune funziona il meccanismo già ribattezzato «gettonificio»: si moltiplicano sedute di commissioni spesso inutili, che però costano in termini di personale, stenografi, segretari.

La Provincia
- Stipendi quasi fotocopia a Palazzo Isimbardi rispetto ai colleghi di Palazzo Marino, ma con un surplus di 182 euro per Penati e di 112 per i suoi 15 assessori. Ai 42 consiglieri provinciali, però, va un po' meglio che ai loro colleghi comunali: si sono liberati dal capestro del gettone e possono optare per un'indennità mensile fissa di 2300 euro lordi al mese (assicurata con almeno un terzo di presenze). Ma anche qui si lamentano: «Non guadagniamo niente» è la granitica certezza di un anonimo consigliere dell'Unione. E come in Comune, anche qui il presidente del Consiglio viene però equiparato in busta paga a un assessore.

La Regione - È il palazzo che tutti i colleghi degli altri enti confessano senza pudore di invidiare. Quasi vicino al sole quanto i parlamentari (che di indennità base guadagnano quasi la stessa cifra, ma hanno diritto a qualche contributo in più per collaboratori e benefit), un po' più lontano dal sole degli Europarlamentari italiani, che detengono il record europeo per stipendio (149mila euro all'anno la retribuzione base, più una cifra variabile tra i 30 e i 35mila euro di indennità e rimborsi). La regione è il palazzo dove un consigliere, e neppure presidente di commissione, ti spiega di guadagnare «9.400 euro netti tutti i mesi». Dove un assessore ti assicura che lui, al netto, arriva a 11mila. Lo stipendio-base però si ferma prima, con un'indennità fissa lorda che è agganciata a quella dei parlamentari, con una progressiva diminuzione dal presidente (circa 12mila euro), all'assessore (poco più di 10.500) al consigliere semplice (circa 8.500). Le percentuali sul Parlamento sono determinate dalle leggi regionali e i lombardi non sono messi male rispetto ai colleghi di altre regioni, potendo incassare un'indennità fissa inferiore solo a siciliani e piemontesi. All'indennità fissa lorda, su cui si pagano le tasse, va aggiunta però una diaria netta di 2600 euro al mese. Per tutti, consiglieri e assessori. Così come a tutti vanno il rimborso spese di trasporto per la benzina dal luogo di residenza al Pirellone e gli altri benefit. E dopo i 60 anni la pensione è assicurata, con circa 1500 euro al mese che salgono a 2800 per i veterani con più di 12 anni.
(14 giugno 2007)
 
fonte:
http://milano.repubblica.it/dettaglio/ecco-quanto-guadagna-un-politico/1322765/2

domenica 7 settembre 2008

Stipendi Magistrati

Milano - Appena si è provato a toccare i loro stipendi, i magistrati sono entrati tutti insieme in «stato permanente di agitazione». E così, dopo i mesi in cui al ministro della Giustizia Alfano bastava accennare un movimento per scatenare annunci, smentite e distinguo, è stato sufficiente prospettare tagli in busta paga perché le toghe riuscissero a trovare la tanto sospirata unità d’azione. Altro che norma «blocca processi» o riduzione delle risorse. Quello che sta a cuore sono i quattrini. E non fanno fatica ad ammetterlo: Luca Palamara, presidente dell’Anm, ha chiesto che sia «prima di tutto ripristinato il normale trattamento economico»; come dire, quando si tratta di soldi, meglio parlare chiaro. Siamo chiari fino in fondo allora: quanto guadagna un magistrato? Possibile che una riduzione da un minimo di 1.200 euro a un massimo di 2.200 all’anno sia una tale minaccia ai loro bilanci familiari?
Alfonso Quaranta, giudice della Corte costituzionale, nel 2005 ha incassato 592.774 euro: 500 volte più del «taglio» paventato. Il presidente della Consulta, Franco Bile, ne ha guadagnati 503.925. Questi sono i generali a quattro stelle fra le toghe, ma anche la «truppa» non se la passa male. Franco Ionta, capo del pool antiterrorismo della procura romana, ha dichiarato nel 2005 131.040 euro; uno stipendio importante, che percepisce per difendere la capitale dagli attacchi del terrorismo. Incarico di grande responsabilità, eppure meno remunerativo delle indagini sul doping sportivo: Raffaele Guariniello, procuratore aggiunto presso la procura di Torino, ha dichiarato nello stesso anno la bellezza di 239.001 euro. Chissà che effetto deve aver fatto al suo diretto superiore, Marcello Maddalena – già procuratore capo sotto la Mole – scoprire di guadagnare 70 mila euro in meno: per lui solo 169.079 all’anno; molto meno rispetto all’altro peso massimo della procura torinese, Giancarlo Caselli, che nel 2005, da procuratore generale, ha portato a casa 246.931 euro. Nel palazzo di giustizia di Milano, la classifica delle buste paga tra le toghe vip vede in testa Ilda Boccassini, all’epoca sostituto procuratore, con 176.446 euro, 30mila esatti in più di Gherardo Colombo, che nel 2005 era consigliere alla corte di Cassazione e portava a casa «solo» 146.756 euro. Stiamo comunque parlando di giudici navigati, avanti nella carriera. «Bisogna difendere i colleghi più giovani», ha puntualizzato infatti Palamara. Clementina Forleo, oggi 45 anni, nel 2005 ha portato a casa 86.665 euro, meno della metà della Boccassini. E molto meno anche di quanto ha incassato dalla previdenza Francesco Saverio Borrelli: 153.353 euro. 

Fonte:
http://www.ilgiornale.it/interni/ecco_stipendi_doro_della_magistratura/07-07-2008/articolo-id=274237-page=0-comments=1