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sabato 17 ottobre 2009
Stipendi Ernst & Young, Deloitte & Touche, PricewaterhouseCoopers
Barera Iolanda
fonte:
http://archiviostorico.corriere.it/2008/ottobre/03/Carriere_veloci_ecco_hit_parade_co_9_081003073.shtml
venerdì 16 ottobre 2009
Stipendi Engineering
Fino a 4 anni fà c'era ancora un' aria vagamente "familiare" (quella dei primi anni '90) in azienda.
Ora siamo al "homo homini lupus".
Credimi che i dipendenti sono veramente arrabiati e molti si cominciano decisamente a s.c.az.zare. La dirigenza ha scelto la via economica più conveniente per l'azienda e gli azionisti; ma forse è la via ardua che porterà al declino della azienda ( spero vivamente che non sia così e, spero, ripensino al rapporto di fiducia che avevano con i dipendenti ).
Se vi è fiscalità da parte della dirigenza, aspettane altrettanta da parte dei dipendenti. Non credo vi sia più nessuno disponibile a superare le sue 8 ore di lavoro giornaliero.
I veri manager, ma sottolinerei i veri uomini, dovrebbero trovare un equilibrio.
Fonte:
http://www.finanzaonline.com/forum/messaggi-archiviati-fol/657844-brutte-nuove-per-engineering.html
giovedì 15 ottobre 2009
Stipendi Accenture 2009
http://www.aprildarkfairy.it/dblog/articolo.asp?articolo=59
Accenture (Consulting).
Analyst: 23.000€ (1250€ al mese su 13 mensilità)
Consultant: 32.000€ (1700€ al mese su 13 mensilità) in media ci si arriva dopo 2,5-3 anni e cmq ci arriva il 30% degli Analyst (con la crisi le percentuali ora sono quelle)
Manager: 55.000€ (2400€ al mese su 13 mensilità) e ci arriva in media dopo altri 3-4 anni il 15-20% dei Consultant
per chi arriva a Sr Manager o Sr Executive (ogni 100 analyst in media 1-2 diventano Sr Manager e 1 o nessuno Sr Executive) i primi stanno sui 70.000€ e i secondi sui 120.000€.
Nota: nel consulting i buoni pasto non sono compresi (il CCNL metalmeccanici non lo prevede di default) e quindi dovete togliere in media 150€ al mese di mensa (6,50€ è il costo di solito di una mensa per un esterno / consulente)
ora parliamo di ATS (e c'è da rabbrividire):
Programmer 18.500 - 1050 su 13 mensilità
Sr Programmer: 21.000 - 1200 su 13 (dopo 1-2 anni)
Analyst Programmer: 25.000€ - 1350 su 13 (dopo altri circa 2 anni)
NOTA: dopo 4 anni di exp si prende uno stipendio da 1350€ al mese!!! (1 po' pochino non trovate?)
System Analist: 30.000€ - 1600€ circa su 13 (dopo altri 2 anni)
Sr System Analist: 35.000€ - 1800€ su 13 (dopo altri 2 anni)
qdi in media dopo 8-10 anni di exp uno prende 1800€ al mese
A me non sembrano stipendi altissimi per uno che lavora 10-12 ore al giorno minimo.
poi fate vobis...
P.S. considerate che negli ultimi 3 anni l'80% delle assunzioni è in ATS
Benefit
da consultant: auto aziendale (musa/punto=)+ telefono
da manager: auto aziendale (A3/BMW320) + polizza sanitaria all inclusive (ci paghi il parto della moglie in clinica privata) + fondo pensione dirigenti
venerdì 3 luglio 2009
Stipendi medici di Padova
Abitanti: 212000
Medici praticanti la professione: circa 1300
1) 205 di questi 1300 medici guadagnano tra i 100000 e i 200000 euro LORDI (bisogna togliere un 35-40% di tasse).
2) 24 guadagnano tra i 200000 e i 300000 euro LORDI (tra cui un docente di neurochirurgia pediatrica, un docente di chirurgia generale, 2 docenti di radiologia, un docente di medicina interna, un docente di anestesia e rianimazione, un docente di neurofisiolofia clinica, un docente di urologia, un docente di oculistica, 4 primari di ortopedia (3 in cliniche private), un primario di gastroenterologia in clinica privata, un primario di dermatologia in clinica privata, un primario di chirurgia generale in clinica privata, 2 radiologi in clinica privata e un assessore provinciale). Numero Donne = 0.
3) 8 guadagnano tra i 300000 e i 400000 euro LORDI (tra cui un docente di urologia, un docente di radiologia, un docente di medicina legale, un dermatologo di una clinica privata, un tossicologo). Numero Donne = 0.
4) 5 guadagnano più di 400000 euro LORDI (un senatore della repubblica, un docente di urologia, un docente di cardiologia direttore di clinica, un docente di radiologia e uno psichiatra). Numero Donne = 0.
5) Tutti gli altri guadagnano meno di 100000 euro LORDI.
Fonte:
http://www.futurimedici.com/forum/index.php?topic=15315.90
lunedì 25 maggio 2009
Stipendi: dove guadagnare di più in un paese di paghe appiattite 2009
Pagati poco? Soprattutto, pagati male. Cioè tutti uguale, con poca o nessuna attenzione ai diversi livelli di professionalità o al costo della vita che cambia nelle varie aree del Paese. Basti pensare che 10 milioni di lavoratori dipendenti del settore privato su 15 sono ammassati in un pantano che li blocca fra i 21 mila e i 23 mila euro lordi annui. E che un operaio di reparto di un’azienda del Nord-Ovest nel 2008 ha portato a casa 1.175 euro netti mensili, appena 66 euro in più di quello del Centro e poco più di un centinaio rispetto al collega del Sud.
È quanto emerge da un’inchiesta che Panorama ha svolto con la Od&m, società di consulenza direzionale leader nelle indagini retributive che, sulla base di una banca dati di 859.036 profili retributivi di dipendenti privati raccolti tra il 2004 e il 2008 (in Italia sono complessivamente circa 15 milioni, su un totale di oltre 23 milioni di occupati), ha fatto i conti in tasca a circa 600 figure tra dirigenti, quadri, impiegati e operai, suddivisi per aree geografiche. Fotografando il livello, e l’andamento rispetto a due anni fa, delle buste paga che realmente vengono consegnate agli italiani, al netto di tasse, imposte e contributi.
Il tema dei bassi stipendi in Italia è stato rilanciato in questi giorni dall’Ocse, che ha messo a confronto, uniformandole a parità di potere d’acquisto, le retribuzioni dei 30 paesi membri. E, con 21.374 dollari netti all’anno (pari a circa 1.200 euro al mese), ha piazzato il dipendente italiano single senza figli al ventitreesimo posto, davanti solo a portoghesi, cechi, turchi, polacchi, slovacchi, ungheresi e messicani. Ben sotto la media Ocse (25.739) e anche sotto la media Ue (24.552).
Conferma Mario Vavassori, docente al Mip-Politecnico di Milano e amministratore delegato della Od&m consulting: “In Italia siamo pagati poco e stiamo diventando tutti sempre più poveri. Basti pensare che nel 2008, con aumenti retributivi che hanno oscillato dallo 0,7 per cento degli operai e l’1,3 di impiegati e quadri al 2,1 dei dirigenti, nessuno ha tenuto dietro all’inflazione media, misurata dall’Istat con l’indice dei prezzi al consumo al 3,3 per cento, per non parlare dell’inflazione dei beni ad alta frequenza di consumo (come alimentari, benzina) che è stata del 4,9 per cento”.
Se le aziende, come confermano alla Od&m, non brillano per generosità con i loro dipendenti, il fisco e l’imposizione previdenziale danno la mazzata. Sotto la scure di tasse, imposte locali e contributi il dipendente medio privato, rispetto a uno stipendio lordo di 26.956 euro, nel 2008 si è visto amputare la busta paga del 28,9 per cento, con punte del 45,7 per una retribuzione dirigenziale di 103.424 euro.
Ma secondo Vavassori c’è una lettura dei dati ancora più preoccupante. “Il vero problema dell’Italia” sostiene deciso “non è tanto il basso livello delle retribuzioni, quanto l’appiattimento”.
Lo confermano i dati dello studio svolto dalla Od&m con l’Unioncamere sulle retribuzioni del 2007: solo 5 milioni di dipendenti su 15 superano la media dei 26.500 euro di stipendio medio lordo ed emerge una uniformità retributiva fra operai e impiegati, così come tra le figure operaie qualificate e quelle semispecializzate.
“È come se il lavoro avesse un valore univoco e le aziende avessero rinunciato a identificare e a premiare la professionalità” stigmatizza Vavassori “mentre il sindacato per troppi anni si è preoccupato solo di avere in mano il controllo della distribuzione quantitativa del reddito”.
Anche sul piano territoriale l’appiattimento sta creando problemi, in particolare là dove il costo della vita negli ultimi anni si è impennato (vedere Milano e il Nord in generale, ma anche le grandi città del Centro), al punto da rendere ardua la sussistenza con buste paga ritenute solo fino a ieri sufficienti. E infatti c’è chi intende rilanciare il tema delle gabbie salariali.
Gli esempi non mancano. Nel 2008, come risulta dalle tabelle di queste pagine, un responsabile acquisti nel Nord-Ovest, dove la vita è più cara, ha guadagnato 2.482 euro netti per 13 mensilità; il suo omologo al Centro ne ha presi 2.443, appena 39 euro in meno. Solo al Sud e nelle Isole si è avuta una differenza un poco più significativa, con 2.352 euro netti mensili e uno stacco di 130.
Se questo è il quadro, dove è meglio orientarsi? Fermo restando che non è così facile cambiare luogo di residenza o lavoro, dalle ricerche della Od&m emergono comunque delle indicazioni utili. La prima? A incidere in maniera significativa sono spesso le dimensioni aziendali. In altre parole, più è grande l’azienda, più si guadagna.
“Le dimensioni dell’impresa” si legge nel Decimo rapporto sulle retribuzioni della Od&m 2009 “determinano una significativa variabilità degli importi assoluti, che presentano valori costantemente in crescita all’aumentare dell’ampiezza delle imprese e scarti particolarmente elevati”.
In soldoni, un dirigente in una piccola impresa nel 2008 ha guadagnato 93.782 euro lordi annui, ovvero il 9,3 per cento in meno rispetto ai 103.424 euro incassati in media dal dirigente italiano, mentre il manager di una grande impresa ha preso 108.985, cioè il 5,4 per cento in più. E analoghi scarti riguardano la busta paga dell’operaio, che da un piccolo imprenditore prende 20.763 euro, il 4 per cento meno della media di categoria (21.626), mentre dalla grande industria incassa l’11,3 per cento in più (24.068).
Scarto meno forte invece per i quadri: dalla piccola alla grande impresa rispetto alla media ballano 6,7 punti percentuali in busta paga.
Da notare, dicono alla Od&m, che nel 2008 le retribuzioni nella grande azienda sono cresciute più che nelle altre dimensioni d’azienda per impiegati, quadri e operai, mentre i dirigenti hanno ottenuto una retribuzione inferiore a quella del 2007. Motivo? “La categoria ha pagato il peso maggiore dei sistemi retributivi più sofisticati legati ai risultati che le imprese hanno introdotto per i loro manager e stanno via via allargando ai quadri” dice Vavassori. “È probabile che il 2009 porterà quindi a questa categoria delusioni ancora maggiori visto l’andamento dell’economia, però è indubbio che è la via corretta da perseguire”.
Ma non è solo la dimensione a cui si deve guardare se si cerca di mettere al riparo la propria busta paga. Il settore è altrettanto importante, anche se non sempre tutti i lavoratori sono trattati con la stessa generosità.
L’industria conviene soprattutto agli impiegati (nel 2008 li ha pagati 27.474 euro lordi annui, il 7 per cento in più rispetto alla media di 25.679) e agli operai (più 5,4); in generale è quella che tra il 2007 e il 2008 ha mostrato i tassi di crescita degni di nota per tutte le categorie. “Si va dal più 4 per cento dei dirigenti al più 3,4 degli operai fino al più 2,1 dei quadri e al più 1,5 degli impiegati. E se sembra poco, va segnalato che commercio e servizi in media più spesso hanno registrato variazioni tra lo 0 e l’1 per cento” puntualizza Vavassori.
Banche e assicurazioni, nonostante le difficoltà, continuano invece a pagare bene soprattutto i dirigenti (5 per cento più della media), che invece sono sottopagati (meno 1 per cento sulla media di categoria) dal commercio.
La sorpresa? Le società di servizi del terziario avanzato, che appaiono avare con tutte le categorie, in particolare quelle più alte. Si va infatti, rispetto alle medie di categoria, da meno 7,5 per cento dei dirigenti a meno 6,2 dei quadri, fino a meno 2,1 degli impiegati. Sembra un autogol per un settore che dovrebbe attirare proprio i talenti di fascia alta, ma la spiegazione esiste. “In queste imprese sta prendendo sempre più importanza la parte non monetaria della retribuzione, dal corso prestigioso di formazione all’assicurazione sanitaria” spiega Vavassori. E vista l’aria che tira sembra una scelta da non sottovalutare.
Fonte:
http://blog.panorama.it/economia/2009/05/24/stipendi-dove-guadagnare-di-piu-in-un-paese-di-paghe-appiattite/
domenica 10 maggio 2009
Le ricche pensioni del Senato A un commesso 8 mila euro
Fra il 2007 e il 2009 sono passati da 77,8 a quasi 90 milioni, con un aumento del 14,3%. Ma se si escludono le pensioni di reversibilità, quelle cioè pagate ai superstiti, la progressione è stata ancora più violenta: +15,6%. Dieci milioni e 800 mila euro in più. Quest’anno, sempre se le previsioni saranno rispettate (ma di solito le stime sono in difetto) la spesa per le sole pensioni «dirette» sfiorerà 80 milioni. Esattamente 79 milioni e 950 mila euro. Cifra che divisa per 598 dipendenti pensionati fa, tenetevi forte, 133.695 euro ciascuno. Vale a dire, quindici volte e mezzo l’importo di una pensione media dell’Inps. Inoltre, dettaglio non trascurabile, le pensioni del Senato seguono la dinamica degli stipendi di palazzo Madama. È stata la crescita abnorme di questa voce che ha impedito al Senato di rinunciare, come invece hanno fatto Camera e Quirinale, all’adeguamento all’inflazione programmata per il prossimo triennio? Chissà. Certamente è vero che l’aumento della spesa per le pensioni dei dipendenti si è mangiato quasi tutte le sforbiciatine fatte al bilancio di palazzo Madama.
Tanto per fare un esempio, la maggiore spesa previdenziale equivale a più del doppio del risparmio sui contributi ai gruppi parlamentari dovuto alla riduzione del numero dei partiti presenti in Senato. Ma non è che a Montecitorio la pressione di chi vuole andare in pensione sia meno forte. Fra il 2007 e il 2009 l’aumento della spesa della Camera per questo capitolo è stato infatti del 14,2%. Quest’anno le pensioni dirette e di reversibilità graveranno sul bilancio di Montecitorio per 191 milioni, circa 24 milioni in più rispetto al 2007. Quale può essere la molla che ha fatto scattare questa fuga ormai evidente? Forse il timore di un nuovo giro di vite particolarmente doloroso, che metterebbe in crisi i privilegi sopravvissuti a tutti i tentativi di riforma? Non è affatto da escludere.
Al Senato, per esempio, chi è stato assunto prima del 1998 può ancora oggi, nel 2009, andare in pensione a 50 anni di età, sia pure con una penalizzazione del 4,5%, a condizione che abbia raggiunto quota 109: la somma dell’età anagrafica, degli anni di contributi e dell’anzianità di servizio al Senato. Con 53 anni di età e la stessa quota 109 la pensione (80% dell’ultimo stipendio) è assicurata senza alcuna penalizzazione. Da tenere presente che i dipendenti entrati in Senato prima del 1998 sono la maggioranza, 609 su 1.004. E che la loro pensione si calcola con il vantaggiosissimo sistema retributivo puro, cioè in percentuale dello stipendio, anziché con il sistema contributivo (in rapporto ai contributi effettivamente versati) stabilito dalla riforma Dini del 1995 per tutti i lavoratori comuni mortali. Con lo stesso sistema retributivo sarà calcolata anche la pensione degli assunti a palazzo Madama dopo il 1998, in tutto 395. Per loro tuttavia il consiglio di presidenza ha deciso lo scorso agosto che scatta il limite minimo d’età di 57 anni. Aspetteranno un po’ di più per avere una pensione da leccarsi i baffi come già hanno avuto i loro colleghi più fortunati. Ma il famigerato sistema contributivo prima o poi arriverà anche in Senato. Sarà applicato a tutti gli assunti dal 2007. Quanti sono? Per ora, zero.
06 maggio 2009
martedì 31 marzo 2009
Stipendi e potere di acquisto italiani tra i più bassi in Europa: retribuzioni ferme da 15 anni se rapportate all'inflazione.
Sono preoccupanti i dati che ci giungono sui salari dei lavoratori italiani rapportati all'inflazione. Bisogna assolutamente cambiare la situazione!
L'indice del fatturato dell'industria e l'indice dei salari rappresentano il peggior dato dal 1991. I due indicatori sono scesi del 2,1% rispetto a dicembre.
Nel confronto su base trimestrale, il fatturato scende dell'8,8% e gli ordinativi del 14,2%. L'auto resta uno dei settori più colpiti.
Gli ordinativi sono scesi del 35,8% su base tendenziale, con una riduzione del 29,3% per la componente nazionale e del 43% per quella estera. Il fatturato è invece diminuito del 47,4% su base annua, con un crollo del 42,8% della componente nazionale e del 52,3% di quella estera.
'Tante volte ho l'impressione che il susseguirsi di dati vecchi possono scoraggiare la ripresa e rendere più complessa la crisi', ha commentato il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, il quale afferma che 'i monitoraggi ci segnalano che ci sono spiragli lontani ma ci sono'. 'L'ho sentito dire anche dall'amministratore delegato di Fiat, Marchionne, e da altri esponenti dell'industria'. Ma l'ottimismo del ministro non trova riscontri nella realtà dei fatti.
I salari netti sono fermi al 1993: lo ha spiegato oggi, dati alla mano, l'Ires Cgil che nel suo ultimo rapporto sottolinea come dal 1993 al 2008, nonostante l'aumento dei prezzi, i salari hanno registrato una crescita pari a zero.
Secondo l'Ires-Cgil, infatti, l'inflazione è cresciuta del 41,6%, le retribuzioni contrattuali del 41,1% mentre le retribuzioni di fatto del 47,5%. Secondo i dati elaborati dall'Ires-Cgil sulle dichiarazioni dei redditi presso i Caaf, inoltre, circa 13,6 milioni di lavoratori guadagnano meno di 1.300 euro netti al mese e circa 6,9 milioni ne guadagnano meno di 1.000, di cui oltre il 60% sono donne.
E che gli stipendi fossero 'al palo' se ne sono accorti benissimo anche la maggior parte dei lavoratori dipendenti, visto che faticano terribilmente ad arrivare alla fine del mese anche quando usufruiscono di salari considerati 'medi'.
Inoltre, i dati sui confronti internazionali 'confermano l'insistenza di una questione salariale tutta italiana - si legge nell'indagine - in cui le retribuzioni nette italiane (a parità di potere d'acquisto) risultano inferiori di 12 punti rispetto a quelle spagnole, di 29 punti rispetto a quelle dei francesi, di ben 43 punti rispetto alle tedesche, di 56 punti rispetto ai salari dei lavoratori degli Stati Uniti, fino ad arrivare a meno della meta' di quelle dei lavoratori inglesi'.
Più in dettaglio, tra il 1993 e il 2007 le retribuzioni italiane sono cresciute del 4 per cento (appena 750 euro) contro la crescita reale delle retribuzioni lorde dei lavoratori spagnoli del 10 per cento (1.700 euro), dei lavoratori tedeschi (4 mila euro) e americani (3.400 euro) del 13 per cento, dei francesi del 23 per cento (4 mila euro) e degli inglesi del 29 per cento (8.300 euro).
E non basta. Nei passati 15 anni 'i lavoratori dipendenti hanno lasciato al fisco 6.738 euro cumulati, in termini di potere d'acquisto, tra la mancata restituzione del fiscal drag e l'aumento della pressione fiscale - dice il rapporto - Lo Stato ha dunque beneficiato di circa 112 miliardi di euro tra maggiore pressione fiscale e fiscal drag'.
Dunque ora 'serve una nuova politica dei redditi, interventi più forti per sostenere la ripresa', ha dichiarato il leader della Cgil Guglielmo Epifani, visto che 'il fisco ha mangiato i pochi guadagni di produttivita''. E per cominciare a 'dare una risposta concreta alla questione salariale' Epifani ha chiesto 'un aumento di 100 euro in busta paga a lavoratore.
Nell'impostazione del bilancio del 2010 - ha spiegato il numero uno di corso Italia - chiediamo che questo obiettivo venga assunto dal governo e contemporaneamente che tutti gli interventi del 2009 siano a sostegno di chi perde il lavoro e dei precari'. La copertura dell'aumento dei 100 euro in busta paga potrebbe provenire, secondo Epifani, da 'una minore spesa per interessi sul debito pari a 7 miliardi nel 2009; la restituzione del fiscal drag del biennio 2008-2009 per almeno 4 miliardi di euro; la lotta all'evasione con il ripristino delle misure introdotte dal governo Prodi per recuperare almeno i 5 miliardi di euro mancanti dal gettito Iva, e infine, per la parte restante (4 miliardi) dalla maggiore propensione al consumo che contribuisce alla crescita del Pil (+1 per cento in quattro anni) e da un disavanzo contenuto recuperabile al 2011'.
Ai dati più che allarmanti sui salari italiani si aggiungono i numeri sulla disoccupazione nel biennio 2008-2010, che sfiora il milione di lavoratori, e l'incidenza pesantissima di prezzi e tariffe sul loro reddito.
E' evidente che servirebbe una strategia politico-economica volta alla redistribuzione della ricchezza, vale a dire l'opposto di quanto sta accadendo in questo Paese da quando Berlusconi siede a palazzo Chigi.
domenica 8 febbraio 2009
Europarlamentari italiani: stipendi più alti rispetto alle altre nazioni
Inoltre, sottolinea L'Espresso: "gli europarlamentari italiani hanno tassi scandalosamente bassi di produttività: 61 deputati non hanno mai presentato una relazione che, a differenza delle inutili interrogazioni, sono testi 'legislativi' o 'di indirizzo', e 17 non si sono mai scomodati ad aprire bocca in assemblea." Fannulloni come i dipendenti di un ufficio della Marina militare di Napoli che giorni fa sono stati denunciati perché erano soliti firmare i registri delle presenze, per poi tornare beatamente a casa o a prendere il sole a Posillipo.
Lettonia 12.900
Ungheria 9.132
Polonia 7.369
Slovenia 50.400
Cipro 48.960
Portogallo 41.387
Spagna 35.051
Lussemburgo 66.432
Francia 62.779
Finlandia 59.640
Svezia 57.000
Gran Bretagna 81.600
Belgio 72.017
Danimarca 69.264
Grecia 68.575
Austria 106.583
Olanda 86.108
Germania 84.108
Irlanda 82.065
Il 15 giugno 2005 l'Europarlamento ha finalmente approvato il nuovo Statuto che inserisce il principio del rimborso su presentazione puntuale del giustificativo di spesa. Con certi personaggi che bazzicano l'euro-transatlantico, c'era poco da fidarsi delle auto-certificazioni. Ma entrerà in vigore solo dal 2009 e con un periodo transitorio di due legislature. Paolo Cirino Pomicino fece invece le cose ancora più in grande: ha viaggiato su un volo privato gentilmente concesso dalla presidenza del Consiglio, poi per fortuna soppresso.
Ma torniamo agli euro-fannulloni di casa nostra: fanalino di coda per presenze il socialista Gianni de Michelis uno dei protagonisti della dorata stagione del socialismo da bere, con il 51% delle presenze, una sola relazione e tre interventi pronunciati in aula. Poco migliore la performance di Vito Bonsignore dell'Udc, con il 55% delle presenze, zero relazioni e 10 interventi. Se può interessare Bonsignore, ai tempi di Tangentopoli, è stato condannato in via definitiva a 2 anni di carcere per tentata corruzione per l'appalto dell'ospedale d'Asti. E ancora tra quelli in carica: Armando Veneto, Udeur, 48% delle presenze, Rapisardo Antunucci, socialista, 47%, il molisano Aldo Patricello, di Forza Italia, 61%, Giorgio Carollo, Forza Italia, 62%; l'ex portavoce di Berlusconi, e giornalista Jas Gawronsky, 67% di presenze , Umberto Pirilli, An, al 62%, Mauro Zani, Pd, al 63%.
La legge italiana permette a sindaci e presidenti di provincia di ricoprire anche l'incarico a Bruxelles. Si spiega dunque perchè Adriana Poli Bortone, europarlamentare di An, a Strasburgo non si è vista quasi mai, solo il 34% delle sedute. Peggio di lei Giuseppe Bova, presidente Pd del consiglio regionale della Calabria, solo con il 28% delle presenze prima di una opportuna rinuncia allo scranno. Alfredo Antoniozzi, anche lui Forza Italia, assessore comunale di Roma, a Strasburgo la meta delle volte che dovrebbe.rara la presenza anche di Corrado Gabriele del prc, assessore in Campania.
LA MUSICA PERO' CAMBIA: ARRIVA L'ANAGRAFE DEGLI ELETTI!
1) attività, partecipazione e presenza dei deputati europei ai lavori parlamentari in termini assoluti, relativi e percentuali.
2) attività del Parlamento in plenaria e in commissione.
3) indennità e spese dei deputati, nonché tutte le dichiarazioni di interessi finanziari per tutti i deputati.
La risoluzione è passata con 355 voti a favore, 195 contrari, 18 astenuti. A votare contro questa norma anti-fannulloni, ricorda Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, una nutrita schiera di europarlamentari italiani del Pdl, tra cui l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini,Guido Podestà, Elisabetta Gardini, Lia Sartori, Beppe Gargani, Roberta Angelilli, Domenico Basile, Sergio Berlato, Antonio Mussa, Nello Musumeci, Salvatore Tatarella.
FT
RIDIAMOCI SOPRA...
CHI CI RAPPRESENTA IN EUROPA
Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratici Cristiani) e dei Democratici Europei
- Gabriele Albertini, FI, membro
- Alfredo Antoniozzi, FI, membro
- Vito Bonsignore, UDC (poi Pop-Lib), vicepresidente
- Renato Brunetta, FI, membro (in carica fino al 28.04.2008)
- Elisabetta Gardini, FI, membro (subentrato il 30.05.2008)
- Giorgio Carollo, FI, membro
- Giuseppe Castiglione, FI, membro (in carica fino al 11.09.2008)
- Maddalena Calia, FI, membro (subentrata il 12.09.2008)
- Lorenzo Cesa, UDC, vicepresidente (in carica fino al 27.04.2006)
- Aldo Patriciello, Popolo della Libertà, ex UDC, membro (subentrato il 08.05.2006)
- Paolo Cirino Pomicino, UDEUR (poi DC Aut), membro (in carica fino al 27.04.2006)
- Armando Veneto, UDEUR (poi Indipendente), membro (subentrato il 08.05.2006)
- Antonio De Poli, UDC, membro (in carica fino al 15.05.2005)
- Iles Braghetto, UDC, membro (subentrato il 29.07.2005)
- Armando Dionisi, UDC, membro (in carica fino al 27.04.2006)
- Carlo Casini, UDC, membro (subentrato il 08.05.2006)
- Michl Ebner, SVP, membro
- Carlo Fatuzzo, Pens, membro
- Giuseppe Gargani, FI, membro
- Jas Gawronski, FI, membro
- Raffaele Lombardo, UDC (poi MPA), membro (in carica fino al 21.05.2008)
- Sebastiano Sanzarello, UDC, poi Forza Italia, membro (subentrato il 22.05.2008)
- Mario Mantovani, FI, membro (in carica fino al 28.04.2008)
- Iva Zanicchi, FI, membro (subentrato il 16.05.2008)
- Mario Mauro, FI, membro
- Francesco Musotto, FI, membro (in carica fino al 22.06.2008)
- Innocenzo Leontini, FI, membro (subentrato il 23.06.2008, in carica fino al 23.07.2008)
- Eleonora Lo Curto, FI, membro (subentrato il 24.07.2008)
- Guido Podestà, FI, membro
- Amalia Sartori, FI, membro
- Antonio Tajani, FI, membro (in carica fino al 08.05.2008)
- Paolo Bartolozzi, FI, membro (subentrato il 23.06.2008)
- Riccardo Ventre, FI, membro
- Marcello Vernola, FI, membro
- Stefano Zappalà, FI, membro
-
- Gruppo Socialista - PSE
- Giovanni Berlinguer, Ulivo-DS (poi SD), membro
- Pier Luigi Bersani, Ulivo-DS (PD), membro (in carica fino al 27.04.2006)
- Donata Gottardi, Ulivo-DS (PD), membro (subentrato il 08.05.2006)
- Mercedes Bresso, Ulivo-DS, membro (in carica fino al 24.05.2005)
- Massimo D'Alema, Ulivo (DS), membro (in carica fino al 27.04.2006)
- Ottaviano Del Turco, Ulivo-SDI, membro (in carica fino al 01.05.2005)
- Vincenzo Lavarra, Ulivo-DS (PD), membro (subentrato il 24.05.2005)
- Giovanni Claudio Fava, Ulivo-DS (poi SD), membro
- Lilli Gruber, Ulivo-Ind (PD), membro (in carica fino al 30.09.2008)
- Monica Giuntini, Ulivo-DS (PD), membro (subentrato il 17.10.2008)
- Pia Elda Locatelli, Ulivo-SDI (Partito Socialista), membro
- Pasqualina Napoletano, Ulivo-DS (poi SD), vicepresidente
- Pier Antonio Panzeri, Ulivo-DS (PD), membro
- Gianni Pittella, Ulivo-DS (PD), membro
- Guido Sacconi, Ulivo-DS (PD), membro
- Michele Santoro, Ulivo-Indipendente, membro (in carica fino al 13.11.2005)
- Marta Vincenzi, Ulivo-DS, membro (in carica fino al 30.06.2007)
- Nicola Zingaretti, Ulivo-DS (PD), membro (in carica fino al 16.06.2008)
-
- Rapisardo Antinucci, PS, membro (subentrato il 17.06.2008)
- In data 08.05.2006, aderisce al gruppo il deputato Achille Occhetto, IDV (Indipendente), membro (subentrato ad Antonio Di Pietro), (in carica fino al 14.11.07)
- In data 15.05.2006, aderisce al gruppo il deputato Giulietto Chiesa, IDV (Indipendente) (poi SD), proveniente dal gruppo "Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa"
- In data 23.10.2007, aderisce al gruppo il deputato Gianni De Michelis, PS, proveniente dal gruppo "Non Iscritti"
- In data 23.10.2007, aderisce al gruppo il deputato Alessandro Battilocchio, PS, proveniente dal gruppo "Non Iscritti"
- In data 16.05.2008, aderisce al gruppo il deputato Catiuscia Marini, PD, membro (subentrato a Lapo Pistelli)
- In data 17.06.2008, aderisce al gruppo il deputato Maria Grazia Pagano, PD, membro (subentrato a Alfonso Andria)
-
- Alfonso Andria, Ulivo-DL (PD), membro (in carica fino al 28.04.2008)
- Emma Bonino, Lista Bonino, membro (in carica fino al 27.04.2006)
- Marco Cappato, Lista Bonino, membro (subentrato il 08.05.2006)
- Giulietto Chiesa, IDV (Indipendente), membro
- il deputato rimane all'interno del gruppo fino al 15.05.2006, per poi aderire al Gruppo Socialista - PSE
- Luigi Cocilovo, Ulivo-DL (PD), membro
- Paolo Costa, Ulivo-DL (PD), membro
- Antonio Di Pietro, IDV, membro (in carica fino al 27.04.2006) i
- Enrico Letta, Ulivo-DL, membro (in carica fino al 27.04.2006)
- Gianluca Susta, Ulivo-DL (PD), membro (subentrato il 08.05.2006)
- Marco Pannella, Lista Bonino, membro
- Lapo Pistelli, Ulivo-DL (PD), vicepresidente (in carica fino al 28.04.2008)
- Vittorio Prodi, Ulivo-DL (PD), membro
- Luciana Sbarbati, Ulivo-MRE (PD), membro (in carica fino al 28.04.2008)
- Fabio Ciani, PD, membro (subentrato il 16.05.2008)
- Patrizia Toia, Ulivo-DL (PD), membro
- In data 08.05.2006, aderisce al gruppo il deputato Andrea Losco, Ulivo-DL (PD), membro (subentrato a Massimo D'Alema)
- In data 15.11.2005, aderisce al gruppo il deputato Giovanni Procacci, Ulivo-DL, membro (subentrato a Michele Santoro; in carica fino al 27.04.2006)
- Donato Veraldi, Ulivo-DL (PD), membro (subentrato il 08.05.2006)
- In data 05.07.2007, aderisce al gruppo il deputato Francesco Ferrari, Ulivo-DL (PD), membro (subentrato a Marta Vincenzi)
- In data 14.11.2007, aderisce al gruppo il deputato Beniamino Donnici, IDV (poi Indipendente, membro (subentrato a Achille Occhetto)
-
- Unione per l'Europa delle Nazioni
- Roberta Angelilli, AN, membro
- Sergio Berlato, AN, membro
- Mario Borghezio, LN, membro
- Umberto Bossi, LN, membro (in carica fino al 28.04.2008)
- Giovanni Robusti, Indipendente, membro (subentrato il 30.05.2008)
- Alessandro Foglietta, AN, tesoriere
- Romano Maria La Russa, AN, membro (in carica fino al 03.11.2008)
- Antonio Mussa, AN, membro (subentrato il 04.11.2008)
- Cristiana Muscardini, AN, copresidente
- Sebastiano Musumeci, AN (poi LD), membro
- Umberto Pirilli, AN, membro
- Adriana Poli Bortone, AN, membro (in carica fino al 28.04.2008)
- Domenico Antonio Basile, AN, membro (subentrato il 17.06.2008)
- Matteo Salvini, LN, membro (in carica fino al 31.10.2006)
- Gian Paolo Gobbo, LN, membro (subentrato il 08.11.2006; in carica fino al 23.06.2008)
- Erminio Enzo Boso, LN, membro (subentrato il 23.06.2008)
- Francesco Enrico Speroni, LN, membro
- Salvatore Tatarella, AN, membro
Gruppo confederale della Sinistra unitaria europea/Sinistra verde nordica
- Vittorio Agnoletto, PRC, membro
- Fausto Bertinotti, PRC, membro (in carica fino al 27.04.2006)
- Vincenzo Aita, PRC, membro (subentrato il 08.05.2006)
- Giusto Catania, PRC, membro
- Umberto Guidoni, PdCI, membro
- Luisa Morgantini, PRC, membro
- Roberto Musacchio, PRC, membro
- Marco Rizzo, PdCI, membro
Indipendenza/Democrazia
Fino al 26.04.2006, i quattro deputati della Lega Nord Mario Borghezio, Umberto Bossi, Matteo Salvini e Francesco Enrico Speroni sono stati iscritti al Gruppo Indipendenza/Democrazia. Sono stati espulsi temporaneamente per divergenze sulla gestione dei fondi del gruppo e a causa delle provocazioni dell'allora ministro leghista Roberto Calderoli, in seguito alla pubblicazione delle caricature di Maometto sul Jyllands-Posten.
Gruppo Verde/Alleanza libera europea
- Monica Frassoni, Verdi, copresidente
- Sepp Kusstatscher, Verdi, membro
Identità, Tradizione, Sovranità
Il gruppo viene costituito in data 15.01.2007. Ne fanno parte i deputati Mussolini e Romagnoli che precedentemente aderivano ai "Non iscritti". Il gruppo viene sciolto il 14.11.2007 e tutti i suoi membri diventano parte dei "Non iscritti".
Non Iscritti
- Alessandro Battilocchio, NPSI (poi PS), membroil deputato rimane all'interno del gruppo fino al 22.10.2007, per poi aderire al Gruppo Socialista - PSE
- Gianni De Michelis, NPSI (poi PS), membro il deputato rimane all'interno del gruppo fino al 22.10.2007, per poi aderire al Gruppo Socialista - PSE
- Alessandra Mussolini, AS, membro (in carica fino al 28.04.2008)
- Dal 15.01.2007 al 14.11.2007 aderisce al gruppo Identità, Tradizione, Sovranità
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- Roberto Fiore, FN, membro (subentrato)
- Luca Romagnoli, FT, membro
- Dal 15.01.2007 al 14.11.2007 aderisce al gruppo Identità, Tradizione, Sovranità
- In data 25.05.2005, aderisce al gruppo il deputato Gianni Rivera, Ulivo (poi Indipendente), membro (subentrato a Mercedes Bresso)