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lunedì 1 dicembre 2008

Stipendi, i manager Ict percepiscono 78.000 euro l'anno

L'indagine di Assintel sugli andamenti retributivi e occupazionali. I quadri sono sui 46.000 euro l'anno. Retribuzioni basse per il data entry.

04 Gennaio 2008

L'edizione 2007 dell'indagine che Assintel realizza insieme a Idc sugli andamenti retributivi e occupazionali del lavoro informatico ha decretato un aumento del lavoro nelle aziende It nazionali del 4,3%.

L'indagine è stata condotta fra ottobre e novembre sentendo un campione di 162 aziende, rappresentativo del tessuto Ict nazionale: 9% grandi aziende, 24% medie imprese, 20% piccole imprese e 47% micro imprese.

Un campione fatto prevalentemente da software house (40%) e società di servizi (20%), che complessivamente impiega 20.403 persone, a larga maggioranza sono lavoratori dipendenti, due su tre con contratto nazionale del terziario, e i restanti 38% con il contratto metalmeccanico.

Dall'indagine è emerso che in media i dirigenti delle aziende Ict italiane hanno 47 anni e percepiscono 77.877 euro lordi all'anno. Per i quadri l'età scende a 41 anni e la retribuzione a 46.241 euro. L'età media degli impiegati è di 35 anni, con un reddito di 25.166 euro, mentre i lavoratori atipici hanno in media 33 anni e sono retribuiti 26.161 euro. Il 30% delle aziende Ict italiane offre ai propri dirigenti una parte di retribuzione variabile, il 23%.

Nelle aree tecniche, la Ricerca&sviluppo, è ben remunerata: qui i dirigenti percepiscono 78.863 euro e i quadri 47.533 euro, mentre gli impiegati sono a quota 30.640 euro.
Decisamente meno guadagnano gli operatori di data entry (23.261 euro per gli impiegati e 13.943 euro per gli atipici) e di help desk (23.678 euro per gli impiegati e 14.828 euro per gli atipici).
A metà del guado ci sono i sistemisti (44.899 euro per i quadri e 26.654 euro i dipendenti) e l'assistenza tecnica (44.831 euro i quadri e 25.898 gli impiegati).

Nelle aree funzionali non tecniche (amministrazione e servizi) prosperano i dirigenti del personale, con 101.660 euro annui e delle vendite (96.623 euro).
Sul piano dei benefit orizzontali, l'83% delle aziende concede l'utilizzo del cellulare aziendale, il 78,9% delle aziende offre il pc portatile, mentre l'auto aziendale è utilizzata da due aziende su tre.

Quota 100.000 per il monte ore formative annue delle aziende intervistate, ossia 14,8 ore per addetto. Basso, il 2%, il tasso di assenteismo per malattia e praticamente inesistenti gli scioperi: 0,04% sulle ore totali lavorate nell'anno. Le donne lavoratrici all'interno del campione sono il 20,3%, con una percentuale di ruoli dirigenziali inferiore alla media (2,9% contro il 5,5% generale).


Fonte:

http://searchcio.techtarget.it/articoli/0,1254,17_ART_85010,00.html

sabato 18 ottobre 2008

Stipendi alti per manager IT europei

Secondo una ricerca pubblicata dalla società di consulenza Mercer, l'Europa Occidentale sforna compensi elevati per i professionisti IT

Sei dei dieci Paesi che pagano di più i manager IT appartengono all'Europa Occidentale.

Lo rivela l'IT Pay around the World, l'indagine 2007 pubblicata dalla società di consulenza Mercer. Lo studio ha coinvolto un campione pari a 6545 aziende in 35 differenti Paesi, con l'obiettivo di raccogliere la retribuzione totale dello staff IT.

In particolare, l'IT staff a tutti i livelli è pagato maggiormente in Svizzera, dove, ad esempio, il manager IT riceve, in media, uno stipendio pari a 140960 dollari all'anno. Lo stesso manager in Danimarca, il secondo paese con la retribuzione più alta, è pagato 123080 dollari, mentre in Belgio 121170 dollari. Regno Unito e Irlanda si collocano, invece, alla quarta e quinta posizione.

Oltre oceano, il guadagno medio di un IT manager è più basso: 107500 dollari negli Stati Uniti e 93860 dollari in Canada.

Comunque, a ricevere gli stipendi peggiori sono i professionisti tecnologici di Vietnam, Bulgaria e Filippine, rispettivamente 8140$, 11700$ e 11720$.

La ricerca ha, inoltre, mostrato come sia differente da Paese a Paese il rapporto tra il livello di competenza e la retribuzione. Ad esempio, in Indonesia, India, Brasile, Cile e Vietman lo stipendio non cresce con il raggiungimento di una posizione migliore. Cosa che, invece, accade negli Stati Uniti e in Europa Occidentale, dove il pagamento aumenta in maniera proporzionale alla crescita professionale.

«La globalizzazione delle funzioni IT - ha affermato David Conroy di Mercer Londra - continua a svilupparsi. Le aziende in Europa e negli Stati Uniti continuano ad essere più fantasiose nelle loro strategie di retribuzione per assicurarsi i migliori talenti. I dipendenti comprendono i mercati locali, e per questo le aziende cercano di svillupare delle strategie di successo per attrarre e mantenere lo staff e restare competitivi».

di Marianna Di Iorio

giovedì 18 ottobre 2007

Fonte:

http://www.pmi.it/lavoro-e-imprenditoria/news/1578/stipendi-alti-per-manager-it-europei.html


martedì 30 settembre 2008

Istat: gli statali hanno stipendi più alti dei privati nel 2001-2007

Lo stipendio medio annuo nel settore della Pubblica amministrazione è stato di poco superiore ai 27 mila euro, più alto rispetto al settore privato. Nel 2001, la retribuzione media era di 23.436 euro; nel 2007 ha raggiunto 27.076 euro.
È ampio il divario tra i comparti pubblici: la media retributiva più bassa è di circa 21 mila euro per i dipendenti delle Regioni e delle autonomie locali, mentre i valori più alti sono dei magistrati, che percepiscono in media 110 mila euro. I dati sono stati pubblicati dall’Istat nel resoconto delle retribuzioni contrattuali annue del pubblico impiego 2001-2007 che, per la prima volta, comprende anche gli stipendi dei dirigenti.
Ministeri, vigili del fuoco, agenzie fiscali e scuola: qui le retribuzioni sono in media di 24 mila euro; negli enti pubblici non economici ci si aggira sui 26,2 mila e per i dipendenti della presidenza del Consiglio sui 29,4mila euro. Livelli superiori per il servizio sanitario nazionale (30,5 mila), ricerca (31,9 mila), forze di polizia (31,2 mila a ordinamento civile e 33,3 mila a ordinamento militare), difesa-esercito (33 mila).
Nella classifica dei livelli più alti, sotto la media dei magistrati, di 110 mila euro, troviamo l’università, con retribuzione annue medie di 36,4 mila euro.
Retribuzioni medie più alte del privato: confrontando i dati del 2005, nella pubblica amministrazione lo stipendio medio era di 23.659 euro, mentre quello degli impiegati dei tre grandi aggregati del settore privato erano inferiori del 18,2% per l’agricoltura, del 4,6% per l’industria e del 2,1% per i servizi di mercato.

Fonte:
http://blog.panorama.it/economia/2008/09/26/istat-gli-statali-hanno-stipendi-piu-alti-dei-privati/

giovedì 25 settembre 2008

Stipendi politici lombardia

Tra chi è al vertice, Formigoni guida la classifica con 12.217 euro al mese, poi Penati con 9.306 e Moratti (9.124). È polemica dopo l´annuncio della Moratti, bocciato dai partiti della Cdl, che voleva tagliare i compensi Super rimborsi spese per chi arriva da fuori Milano, i comunali hanno sconto Atm e i biglietti gratis per San Siro, tutti gli assessori hanno l´auto blu con autista. Chi sta al Pirellone è sicuramente il più invidiato, un semplice consigliere può arrivare anche a 9.400 euro netti ogni mese. Meglio a chi sta a Palazzo Isimbardi, dove c´è un´indennità fissa di 2.300 euro lordi. In dotazione telefonino e computer
A Palazzo Marino c´è una netta sproporzione tra i politici e i dirigenti. E chi non ha un assessorato prende un gettone di 120 euro lordi a presenza.
di Giuseppina Piano
I Paperoni della politica abitano al Pirellone. C'è lo stipendio lordo, c'è una diaria esentasse che tutti i mesi porta 2.600 euro in tasca. E poi c'è un rimborso spese di trasporto che in un anno può far incassare anche poco meno di 20mila euro. Risultato: non solo il governatore Formigoni e i suoi assessori, ma anche tutti gli ottanta consiglieri regionali viaggiano al minimo a 9000 a euro netti al mese. Un consigliere comunale o provinciale, invece, fatica ad arrivare a 2000. Ai loro capi va decisamente meglio: al presidente provinciale Filippo Penati va ogni mese un assegno di 9306 euro lordi, solo 182 euro in più del sindaco di Milano. Quella Letizia Moratti che guida un Comune al quinto posto tra le grandi città per stipendi: dietro Roma che ha quasi il doppio di abitanti, ma anche dietro le più piccole Bologna, Bari e Palermo.

I costi della politica
- A Palazzo Marino è bastato che Letizia Moratti annunciasse l'autoriduzione dello stipendio del 35 per cento per far scatenare la rivolta dei suoi. Assessori e partiti della Cdl hanno detto mai e poi mai. Perché la rivolta? Perché tutto si tiene, nei costi della politica. Lo stipendio di un consigliere comunale e di un assessore non può superare una quota di quella del sindaco (un terzo i primi, due terzi i secondi), quello di consiglieri e assessori provinciali idem. Anche in Regione gli stipendi sono incatenati gli uni con gli altri, ma qui sono agganciati a quelli dei parlamentari italiani. La morale della storia, comunque, è una sola: basta cominciare a toccare un numero, e per tutti gli altri scatta un effetto domino al ribasso. E nessuno, infatti, di solito, comincia.

Lo stipendio e il benefit
- La verità dei costi dei politici non sta solo nelle buste paga di chi ci governa, perché dietro a quelle ci sono anche i rimborsi spese chilometrici della Regione, per cui conviene risiedere fuori Milano. C'è un esercito di 54 auto blu con autista a disposizione 24 ore su 24, festivi compresi: la macchina d'ordinanza spetta infatti a ogni assessore di Comune, Provincia e Regione. Passando agli sconti su treni e autostrade lombarde per i consiglieri regionali, agli abbonamenti Atm ribassati del 30 per cento per i consiglieri comunali. Ai pass per viaggiare in macchina nelle corsie riservate ai mezzi pubblici a Milano. E arrivando a computer e telefono cellulare, ormai in dotazione a tutti, agli 80 consiglieri regionali come ai 60 consiglieri comunali. Il privilegio più gradito alla maggioranza degli eletti a Palazzo Marino, però, sembra essere San Siro: hanno diritto a due biglietti gratis per partite o concerti al Meazza, e il benefit va sempre a ruba.


Il Comune - Nella classifica delle città italiane, Palazzo Marino è il quinto per stipendi ma sostanzialmente condivide la piazza con Catania e Torino, da cui la dividono solo spiccioli. Il sindaco Moratti guadagna 9.124 euro lordi al mese per 12 mesi. Circa 110mila euro all'anno, e cioè metà o meno di metà dello stipendio di quindici super-dirigenti di Palazzo Marino da lei assunti. La sproporzione tra politici e burocrati, del resto, a Palazzo Marino è lampante e il capo della machina, il direttore generale del Comune Giampero Borghini, costa alle casse pubbliche oltre 279mila euro all'anno. I sedici assessori comunali, invece, mettendosi in aspettativa dal lavoro incassano 5.930 euro lordi al mese. Che netti significano circa 3.800. Qualcosa in più spetterebbe al vicesindaco, ma da dieci anni il posto è occupato da Riccardo De Corato che è già stipendiato dal Parlamento e dunque deve rinunciare all'emolumento comunale. L'altro capitolo sono i consiglieri comunali, che da anni si lamentano di essere sottopagati e provano (inutilmente, visto che la legge nazionale li blocca) ad arrotondarsi lo stipendio. Ma quanto guadagna uno dei 60 eletti a Palazzo Marino? Non ha un fisso mensile, ma un gettone di presenza di 120 euro lordi a seduta d'aula o di commissione, con un tetto di 25 gettoni al mese, e niente ad agosto quando il Consiglio è fermo. Morale: al massimo, di fatto, i 60 eletti arrivano a 2000 euro netti al mese. Ma per accumulare gettoni (e dunque soldi) in Comune funziona il meccanismo già ribattezzato «gettonificio»: si moltiplicano sedute di commissioni spesso inutili, che però costano in termini di personale, stenografi, segretari.

La Provincia
- Stipendi quasi fotocopia a Palazzo Isimbardi rispetto ai colleghi di Palazzo Marino, ma con un surplus di 182 euro per Penati e di 112 per i suoi 15 assessori. Ai 42 consiglieri provinciali, però, va un po' meglio che ai loro colleghi comunali: si sono liberati dal capestro del gettone e possono optare per un'indennità mensile fissa di 2300 euro lordi al mese (assicurata con almeno un terzo di presenze). Ma anche qui si lamentano: «Non guadagniamo niente» è la granitica certezza di un anonimo consigliere dell'Unione. E come in Comune, anche qui il presidente del Consiglio viene però equiparato in busta paga a un assessore.

La Regione - È il palazzo che tutti i colleghi degli altri enti confessano senza pudore di invidiare. Quasi vicino al sole quanto i parlamentari (che di indennità base guadagnano quasi la stessa cifra, ma hanno diritto a qualche contributo in più per collaboratori e benefit), un po' più lontano dal sole degli Europarlamentari italiani, che detengono il record europeo per stipendio (149mila euro all'anno la retribuzione base, più una cifra variabile tra i 30 e i 35mila euro di indennità e rimborsi). La regione è il palazzo dove un consigliere, e neppure presidente di commissione, ti spiega di guadagnare «9.400 euro netti tutti i mesi». Dove un assessore ti assicura che lui, al netto, arriva a 11mila. Lo stipendio-base però si ferma prima, con un'indennità fissa lorda che è agganciata a quella dei parlamentari, con una progressiva diminuzione dal presidente (circa 12mila euro), all'assessore (poco più di 10.500) al consigliere semplice (circa 8.500). Le percentuali sul Parlamento sono determinate dalle leggi regionali e i lombardi non sono messi male rispetto ai colleghi di altre regioni, potendo incassare un'indennità fissa inferiore solo a siciliani e piemontesi. All'indennità fissa lorda, su cui si pagano le tasse, va aggiunta però una diaria netta di 2600 euro al mese. Per tutti, consiglieri e assessori. Così come a tutti vanno il rimborso spese di trasporto per la benzina dal luogo di residenza al Pirellone e gli altri benefit. E dopo i 60 anni la pensione è assicurata, con circa 1500 euro al mese che salgono a 2800 per i veterani con più di 12 anni.
(14 giugno 2007)
 
fonte:
http://milano.repubblica.it/dettaglio/ecco-quanto-guadagna-un-politico/1322765/2

domenica 7 settembre 2008

Stipendi Magistrati

Milano - Appena si è provato a toccare i loro stipendi, i magistrati sono entrati tutti insieme in «stato permanente di agitazione». E così, dopo i mesi in cui al ministro della Giustizia Alfano bastava accennare un movimento per scatenare annunci, smentite e distinguo, è stato sufficiente prospettare tagli in busta paga perché le toghe riuscissero a trovare la tanto sospirata unità d’azione. Altro che norma «blocca processi» o riduzione delle risorse. Quello che sta a cuore sono i quattrini. E non fanno fatica ad ammetterlo: Luca Palamara, presidente dell’Anm, ha chiesto che sia «prima di tutto ripristinato il normale trattamento economico»; come dire, quando si tratta di soldi, meglio parlare chiaro. Siamo chiari fino in fondo allora: quanto guadagna un magistrato? Possibile che una riduzione da un minimo di 1.200 euro a un massimo di 2.200 all’anno sia una tale minaccia ai loro bilanci familiari?
Alfonso Quaranta, giudice della Corte costituzionale, nel 2005 ha incassato 592.774 euro: 500 volte più del «taglio» paventato. Il presidente della Consulta, Franco Bile, ne ha guadagnati 503.925. Questi sono i generali a quattro stelle fra le toghe, ma anche la «truppa» non se la passa male. Franco Ionta, capo del pool antiterrorismo della procura romana, ha dichiarato nel 2005 131.040 euro; uno stipendio importante, che percepisce per difendere la capitale dagli attacchi del terrorismo. Incarico di grande responsabilità, eppure meno remunerativo delle indagini sul doping sportivo: Raffaele Guariniello, procuratore aggiunto presso la procura di Torino, ha dichiarato nello stesso anno la bellezza di 239.001 euro. Chissà che effetto deve aver fatto al suo diretto superiore, Marcello Maddalena – già procuratore capo sotto la Mole – scoprire di guadagnare 70 mila euro in meno: per lui solo 169.079 all’anno; molto meno rispetto all’altro peso massimo della procura torinese, Giancarlo Caselli, che nel 2005, da procuratore generale, ha portato a casa 246.931 euro. Nel palazzo di giustizia di Milano, la classifica delle buste paga tra le toghe vip vede in testa Ilda Boccassini, all’epoca sostituto procuratore, con 176.446 euro, 30mila esatti in più di Gherardo Colombo, che nel 2005 era consigliere alla corte di Cassazione e portava a casa «solo» 146.756 euro. Stiamo comunque parlando di giudici navigati, avanti nella carriera. «Bisogna difendere i colleghi più giovani», ha puntualizzato infatti Palamara. Clementina Forleo, oggi 45 anni, nel 2005 ha portato a casa 86.665 euro, meno della metà della Boccassini. E molto meno anche di quanto ha incassato dalla previdenza Francesco Saverio Borrelli: 153.353 euro. 

Fonte:
http://www.ilgiornale.it/interni/ecco_stipendi_doro_della_magistratura/07-07-2008/articolo-id=274237-page=0-comments=1

lunedì 14 luglio 2008

Stipendi manager IT, CIO e responsabili informatici. Qualità e caratteristiche richieste.

Uno studio di Michael Page International rivela le cifre degli stipendi tributati ai manager IT e le caratteristiche dei ruoli direttivi.

Capacità di governance a 360°: è il profilo ideale ricercato nel settore dell’Information and Communication technology, dove le aziende richiedono ai manager una professionalità poliedrica, capace di rispondere alle esigenze tecnologiche, ma anche votata agli obiettivi di business.

È quanto afferma uno studio di Michael Page International, società inglese tra le più importanti a livello internazionale nella ricerca e selezione di personale specializzato di medio e alto profilo.

Il mercato italiano e quello internazionale sono caratterizzati da tempo da uno slittamento della funzione IT da semplice divisione di staff verso un ruolo maggiormente strategico, che si concretizza in un crescente coinvolgimento del management tecnologico, il Chief information officer, su tematiche orientate al business. In altre parole, le scelte informatiche sono prese alla luce degli obiettivi di crescita e innovazione dell’azienda e non solo in relazione a esigenze squisitamente tecniche.

C’è, poi, un altro aspetto che connota il nuovo modello aziendale che si sta affermando: le imprese sono sempre più orientate all’integrazione con l’esterno, che si realizza spesso con l’inserimento di figure IT all’interno delle diverse aree aziendali, su progetti temporanei o anche permanenti.

Michael Page International pone l’accento anche sulla difficoltà delle aziende nel reperire profili di middle management (35.000 – 65.000 euro), a causa della riduzione degli investimenti in formazione su figure professionali junior.

È interessante, anche al fine di capire quanto alcune figure costino in termini aziendali, conoscere gli stipendi medi di CIO e di altre figure IT.

La media del CIO si attesta sui 135 mila euro annui, cui segue l’IT Manager (63.500 euro). Al terzo posto, sempre come stipendio medio, si piazza il Datacenter Virtualization Architect (60.000 euro), seguito da DB Administrator (54.000 euro).

Sotto ai 50 mila euro troviamo: il Responsabile Networking (49.500 euro), l’IP Planner Core Network (47.500 euro), i Consulenti ERP (45.500 euro), l’IT Security Manager (44.500 euro), il Technical Architect (42.500 euro) e, infine, gli Esperti .Net/Java/J2EE (41.000 euro).

Autore: Pierluigi Emmulo

Fonte:

http://www.webmasterpoint.org/news/stipendi-manager-it-cio-e-responsabili-informatici-caratteristiche-e-cifre_p32303.html

giovedì 3 luglio 2008

Stipendi giovani under 30: la media in Italia è inferiore fortemente alla retribuzione dei lavoratori delle altre generazioni.

Gli stipendi dei figli (under 30) sono diminuiti rispetto a quelle dei loro genitori o dei loro colleghi più grandi. Lo Stato non incentiva la manodopera giovanile come dovrebbe



In uno studio realizzato da OD&Mi, si sono presi in esame oltre 1 milione e mezzo di profili retributivi di impiegati, osservando le differenze fra il 2007 ed il 2003, anno preso come base, nel quale il salario percepito dai lavoratori sotto i 30 ammontava all'82,9% dei colleghi di 41-50 anni e all'80,9% di quelli tra 51 e 60. Invece nel 2007 la quota spettante ai giovani di 24-30 anni è scesa al 77,1% rispetto all'età di mezzo ed al 73,8% dei più anziani, diminuendo di più di un punto l'anno.

Infatti da una retribuzione lorda annua di 20.252 i giovani impiegati sono passati nel quinquennio a 22.121, quelli di mezza età da 24.415 a 28.684, i più anziani da 25.032 a 29.976, con un netto e continuo impoverimento dei 24-30enni rispetto ai loro colleghi maggiori di età, su paghe peraltro già complessivamente esigue.
Confrontando le categorie, gli impiegati nel complesso perdono terreno rispetto ai dirigenti ed ai quadri: questi ultimi nell'ultimo anno hanno registrato i maggiori incrementi nelle retribuzioni lorde, soprattutto gli ultra sessantenni.

Dunque in un paese che non cresce ma resta stazionario, nel quale invece i prezzi aumentano progressivamente (per non parlare degli utili delle maggiori imprese che meriterebbero considerazioni a parte), i lavoratori perdono potere d'acquisto e, fra loro, i giovani in misura maggiore.

Il presidente della OD&M Vavassori prevede che non solo non vi sarà recupero a breve delle disparità, ma anzi la differenza tende a consolidarsi. Il recupero semmai può avvenire dopo i 30 anni.
Da una intervista dello stesso presidente emerge che il divario delle retribuzioni fra generazioni dipende dalla logica delle imprese, per cui il lavoratore all'inizio va pagato meno perché ha bisogno di qualificazione: cioè viene ricaricato sui giovani l'onere della formazione professionale.

Al contrario, secondo noi, questo dovrebbe essere a carico dello Stato (in attuazione del diritto costituzionale alla formazione ed istruzione), e dell'impresa stessa per le ulteriori caratteristiche specifiche richieste, come peraltro avveniva quando si attuavano politiche del lavoro che vedevano nelle imprese l'utilizzo di lavoratori più esperti per affiancare quelli all'inizio dell'impiego come tutor, addestratori dei più giovani colleghi.

Poi ovviamente la legge di mercato della domanda e dell'offerta fa la sua parte: infatti negli ultimi 5 anni l'offerta di lavoratori di 25-30 anni è aumentata, per cui le retribuzioni si sono abbassate; e ciò in misura maggiore per i laureati. Per i diplomati va meglio perché 'sono operativi in tempi più brevi'.
Inoltre non è secondario secondo il prof. Vavassori il ruolo degli intermediari: se le agenzie per il lavoro operano soprattutto sulla quantità (avete presente l'ultimo film di Ken Loach?) le differenze si possono accentuare. Una intermediazione di qualità potrebbe invece aiutare un riavvicinamento retributivo. In questi anni si è usata la legge 30 con troppa disinvoltura, come nei call center.

Tutto questo paradossalmente avviene in un periodo nel quale è maggiormente rilevante il bisogno di risorse economiche in particolare per i giovani lavoratori, per i precari, per permettere loro di costruirsi una vita 'normale', sicura, di fare progetti per il futuro, di mettere sù una famiglia, incentivando la natalità del paese, oggi vecchio e stanco. Lo svecchiamento della società italiana avrebbe notevoli ricadute positive sull'economia del paese nel periodo medio, sarebbe dunque un buon investimento per il benessere futuro, mentre l'atteggiamento opposto crea danni anche a lungo termine.

martedì 1 luglio 2008

Retribuzioni IT - andamento lento

Uno dei parametri principali in base ai quali si può calcolare il valore attribuito a una determinata risorsa è quanto si è disposti a pagare per averla e quanto si investe nella sua formazione; quanto spendono le aziende del settore ICT per il proprio personale? Quali sono le figure professionali più pagate?

L'analisi condotta da IDC Italia per Assintel dà alcune risposte a queste domande e mette in luce le politiche retributive all’interno delle aziende del settore IT.È emerso un quadro molto controverso, buona la retribuzione dei manager, meglio se non tecnici, stipendi invece bassi per il data entry.

L'Indagine ha raccolto i dati di un campione di 162 aziende appartenenti al settore ICT, che hanno fornito il proprio contributo attraverso la compilazione di un questionario online. La composizione del campione oggetto dell'indagine è in linea con le caratteristiche del tessuto economico italiano e soprattutto con la distribuzione delle imprese del comparto ICT dal punto di vista dimensionale, a forte connotazione PMI.

All’interno del campione prevalgono software house e società di servizi IT (rispettivamente 40% e 20%), con una discreta presenza di operatori specializzati nella distribuzione (12%). La forza lavoro totale all'interno del campione analizzato supera le 20.000 unità, di cui 1.030 dirigenti (il 5,5%). La percentuale di donne con ruoli dirigenziali è inferiore alla media (2,9% a fronte di una media del 5,5%).

La crescente “mobilizzazione” del lavoro, la progressiva “remotizzazione” delle attività, la gestione di progetti fuori sede tipica delle società IT, il grado di informatizzazione elevato raggiunto anche dalle piccole imprese rappresentano driver indubbi della penetrazione di cellulare, portatile ed autovettura come benefit extracontrattuale concesso dalle aziende intervistate. La mobilità rappresenta uno degli indicatori dello stato di salute di un comparto. Il settore IT ha conosciuto anni di contrazione e di estrema incertezza che hanno condizionato negativamente anche le dinamiche occupazionali. Per quanto complesso ed estremamente competitivo, il settore ha ripreso un percorso di sviluppo grazie alla maggiore consapevolezza da parte delle imprese del valore delle tecnologie, accompagnate da driver quali l’efficienza, la competitività, o semplicemente indotta da evoluzioni normative. All’interno del campione analizzato il quadro appare positivo: complessivamente le assunzioni nell’ultimo anno (813 unità) superano le cessazioni (516) determinando una crescita relativa del 4,3% rispetto alla forza lavoro delle aziende rispondenti.

Dal punto di vista dei dati retributivi si fa riferimento alla cosiddetta R.A.L. – Retribuzione Annua Lorda – ovvero alla retribuzione lorda fissa annua con esclusione dell’eventuale quota variabile. Per quanto riguarda i dati riferiti al totale rispondenti, le medie che risultano dall’analisi si muovono nel modo seguente tra i diversi livelli:

Ø Dirigenti: 77.877 € (con età media di 47 anni),

Ø Quadri: 46.241 (età media di 41 anni),

Ø Impiegati: 25.166 (con età media di 35 anni),

Ø Lavoratori atipici: 26.161 (con età media di 33 anni).

L’incidenza percentuale della quota variabile sulla retribuzione fissa varia dal 23% per i dirigenti al 12% per gli impiegati (quest'ultima risente ad esempio della presenza di figure di vendita le cui retribuzioni sono legate alle performance commerciali). L’analisi dei livelli retributivi ha coinvolto le aziende anche dal punto di vista organizzativo e funzionale, andando a indagare la variazioni delle medie annue per i diversi inquadramenti rispetto a:

Ø aree funzionali non tecniche: comprende amministrazione/finanza, commerciale/vendite, marketing/comunicazione, personale, servizi generali. I dirigenti dell’area personale o delle vendite appaiono mediamente posizionati su livelli più elevati.Il livello medio delle retribuzioni fisse per la categoria dirigenti si mantiene comunque sempre al di sopra dei 70.000 €/lordi annui.Per quanto concerne i quadri, i valori medi premiano maggiormente le aree funzionali di front-end quali le vendite (50.740 €) rispetto ad esempio alle funzioni servizi generali o personale (rispettivamente 41.448 € e 42.786 €).

Ø Aree/figure tecniche: comprende analisi e programmazione non web, analisi e programmazione web, assistenza tecnica, consulenti tecnici/capi progetto, help desk, operatori di data entry, operatori di macchina, ricerca e sviluppo, sistemisti.Le attività di "ricerca e sviluppo" sono particolarmente importanti per le aziende IT, la strategicità associata alle competenze professionali delle risorse umane di quest’area, si traduce anche nei livelli retributivi medi, che appaiono tra i più elevati tra le figure tecniche sia per dirigenti sia per quadri e impiegati. All’estremo opposto, se ci si sofferma sulla categoria impiegati, gli operatori di data entry e di help desk presentano i livelli retributivi medi più bassi (rispettivamente 23.261 € e 23.678 €).

Abbiamo approfondito questo tema con alcune domande ai protagonisti di questa ricerca:

Dott. Rizzotto (IT Research Manager, IDC Italia) alla luce dei risultati emersi dall'indagine qual è la considerazione in cui è tenuto il personale IT all'interno delle aziende del settore ?

Per le aziende intervistate è indubbio il valore del personale con competenze ICT, che - a differenza di quanto accade negli altri settori economici – non è soltanto impegnato nel supportare i processi interni con infrastrutture e servizi adeguati ma assume il ruolo guida in quanto in prima linea nella realizzazione e delivery di prodotti/servizi destinati al mercato. Per queste aziende, a maggior ragione, IT e business sono un binomio inscindibile. Le retribuzioni medie per queste categorie di figure riflettono il ruolo delineato, con riferimento in particolare alle figure dirigenziali dell’area ricerca e sviluppo. All’interno delle figure tecniche emerge inoltre una forbice retributiva tra capi progetto/consulenti e personale di help desk / data entry, con le prime ben posizionate nella scala retributiva, il personale di data entry / help desk appare invece penalizzato se si considera che le retribuzioni medie si posizionano in basso alla scala retributiva di tutte le figure analizzate (tecniche e non tecniche).

Dott. Rapari (Presidente di Assintel), l'informatica spesso è intesa come un servizio e non come parte integrante del core business , ciò si riflette anche nell’atteggiamento verso le retribuzioni? E qual è il trattamento specifico riservato all’interno delle aziende ICT?

Per troppo tempo l’informatica è stata considerata principalmente un costo da parte delle aziende; oggi invece gli investimenti IT assumono una rilevanza diversa rispetto al passato: le aziende non possono più farne a meno, pena perdite irrimediabili di efficienza e competitività. Il valore intrinseco dell’innovazione porta le organizzazioni a un cambio di prospettiva nonostante le resistenze interne, i budget ridotti e la congiuntura siano ostacoli sempre presenti nel cammino decisionale. Un ulteriore passo in avanti potrà derivare dalla possibilità di guardare e misurare l’ICT sulla base dei ritorni effettivi di business, sugli impatti economico-finanziari dell’organizzazione, presupposto per meccanismi di incentivazione su base flessibile e variabile, orientati ai risultati. Per quanto riguarda le aziende ICT, è invece sempre più sentita l'esigenza di avere a disposizione contratti ad hoc, in sostituzione ai classici contratti collettivi nazionali troppo a-specifici e rigidi, che recepiscano le esigenze e le peculiarità del settore, permettendo di costruire politiche di sviluppo del personale moderne, lungimiranti, flessibili e incentivanti.

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Giorgio RapariPresidente AssintelSocio di riferimento e Presidente di ONSOFT srl, società che si occupa di ICT nelle aree: Finanza, Industria e Sanità con prodotti software, soluzioni e servizi. Consigliere di Presidenza dell'Unione CTSP della Provincia di Milano con delega per l'Innovazione Tecnologica. Presidente Commissione Innovazione Tecnologica e Sviluppo d'Impresa (Confcommercio)

Fabio Rizzotto IT Research Manager, IDC Italia Fabio Rizzotto è laureato in Economia Aziendale presso l'Università Bocconi di Milano, con indirizzo in Marketing. In IDC segue l'attività di ricerca con particolare riguardo alle dinamiche dei mercati eBusiness, Internet-BtoB, Content e Document Management, PMI e innovazione tecnologica.

fonte:

http://www.antoniosavarese.it/index.php?option=com_content&task=view&id=111&Itemid=41

domenica 1 giugno 2008

Stipendi nota dolente dell'It

Ict - Professioni e carriere - da Linea Edp n. 22/07
Tendenzialmente invariate rispetto allo scorso anno, le retribuzioni non soddisfano i professionisti Ict, che sono meglio pagati quando vicini al business

Dopo aver analizzato le figure professionali dal punto di vista della carriera (si veda Linea Edp n° 21) in questa seconda puntata dell'indagine esclusiva Ict Professioni e carriere 2007, l'attenzione si concentra sulle tematiche retributive degli addetti che operano nel comparto, sulle loro posizioni contrattuali e sul peso della formazione.

Le retribuzioni, va da sé, rappresentano un elemento cruciale e imprescindibile all'interno dei percorsi professionali. In particolare, le risposte fornite dai 932 partecipanti all'indagine di quest'anno mostrano come il livello contenuto degli stipendi costituisca il principale elemento di insoddisfazio- ne nei confronti dell'impiego attualmente coperto. Quasi il 79% dei rispondenti dispone, infatti, di una retribuzione annua lorda inferiore ai 50.000 euro, ma la maggioranza di questi si colloca nella fascia “fino a 30.000 euro”, per una retribuzione media pari a circa 37.000 euro all'anno. È comprensibile, quindi, un generale livello di insoddisfazione rispetto a questo elemento, che risulta in qualche modo rafforzato guardando alle variazioni delle retribuzioni rispetto all'anno appena trascorso. Il risultato è, infatti, allineato, con minimi scostamenti, a quanto rilevato nell'edizione 2006 dell'indagine. La retribuzione lorda annuale si è mantenuta nella maggioranza dei casi invariata.

Va, comunque, sottolineato un elemento, per così dire, positivo, ovvero solo nel 9% dei casi le retribuzioni sono diminuite.

Tuttavia, le risposte fornite mostrano una situazione lievemente peggiorativa rispetto a quella dell'anno scorso che era, infatti, caratterizzata da una percentuale maggiore di chi aveva avuto aumenti di salario. Sono le aree aziendali più tecniche, vale a dire manutenzione e assistenza, sviluppo e programmazione, sistemi, reti e sicurezza a essere caratterizzati dai livelli retributivi più bassi.

Al contrario, le risorse più retribuite si posizionano nelle aree a ridosso del business, ovvero direzione e gestione, commerciale, marketing e comunicazione e consulenza (rispettivamente con picchi del 19,7%, 10,9% e 6% di addetti che guadagnano oltre i 70.000 euro), generalmente caratterizzate da competenze e da gradi di scolarizzazione di livello più alto.

Oltre alla retribuzione annua, il 74,7% dei rispondenti riceve alcuni benefit. In generale, ogni risorsa può contare su un mix diverso di benefit che rappresentano, nella maggioranza dei casi, strumenti atti a facilitare la vita lavorativa, quali il cellulare (45,7% dei casi), il notebook (42,1%), i ticket restaurant (36,5%), la carta di credito aziendale (16,4%) e così via. Quelli rivolti alla risorsa come individuo, quali assicurazioni, cure mediche e viaggi premio, appaiono meno frequenti. Le retribuzioni più alte premiano, in genere, le figure caratterizzate da una maggiore seniority derivante sia dall'età anagrafica che dall'anzianità aziendale o, comunque, di ruolo. Le persone sotto i trent'anni, invece, sono, mediamente, le meno retribuite. Il risultato non sorprende in quanto tali risorse ricoprono, nella prevalenza dei casi, ruoli maggiormente tecnici/operativi, ovvero di sviluppo, programmazione e assistenza, le cui competenze distintive sono, in generale, il risultato di percorsi educativi e formativi più brevi e, come tali, meno remunerati.

Il ruolo influenza lo stipendio

In particolare, nelle fasce di età tra i 41 e i 55 anni ricadono le figure professionali con ruoli di maggiore responsabilità, sia commerciali che tecniche, e questo si riflette nei livelli medi di retribuzione, che oscillano, infatti, tra 41.000 e 47.000 euro.

Livelli retributivi più elevati contraddistinguono, come già detto, proprio le figure di maggiore responsabilità. Tra queste, il Cio, i vari responsabili di divisione e i manager di estrazione più tecnica (Edp manager, security manger e così via), le cui retribuzioni medie vanno da un massimo di 58.750 euro per il Cio ai circa 37.000 euro del responsabile acquisti.

Le rilevazioni, comunque, mostrano una situazione piuttosto particolare. Infatti, sia il Cio che il responsabile dei sistemi informativi registrano, mediamente una retribuzione annua lorda superiore a quella dell'amministratore delegato/direttore generale/titolare d'azienda. La ragione di questo risultato va ricercata nella natura del panel e in particolare nella relazione esistente tra età e livello retributivo delle risorse.

In sintesi:

la maggioranza dei Cio facenti parte del panel, vale a dire il 64,3%, ha una retribuzione annua lorda superiore ai 60.000 euro. Di queste risorse, oltre la metà ha un'età superiore ai 45 anni;

analogamente al caso precedente, le persone che ricoprono il ruolo di responsabile dei sistemi informativi si collocano nella maggioranza dei casi su livelli di età elevati e, come tali, sono caratterizzati da parecchi anni di esperienza lavorativa, che vanno remunerati in modo opportuno;

al contrario, per quanto riguarda la figura di Ad/Dg/titolare d'azienda, i rispondenti con questo ruolo si sono maggiormente concentrati nelle fasce di età inferiori ai 45 anni. Ciò determina una conseguente polarizzazione della retribuzione media annua lorda su livelli inferiori.

In altre parole, il panel d'indagine risulta composto da Ad/Ag/titolari d'azienda mediamente più giovani delle persone con ruoli di gestione nell'ambito dei sistemi informativi e che, trovandosi all'inizio della loro carriera professionale, sono caratterizzati da retribuzioni mediamente più contenute.

A parità di ruolo/figura professionale, poi, le retribuzioni sono influenzate dalle dimensioni aziendali. Le società più grandi hanno, in genere, disponibilità finanziarie superiori e, quindi, prevedono trattamenti più favorevoli per i propri dipendenti.

L'esperienza conta

Analizzando la seniority professionale dei rispondenti, le risposte mostrano un legame diretto tra la permanenza nella stessa azienda o nello stesso ruolo e il livello retributivo percepito. In particolare, all'aumentare del periodo di permanenza nella stessa azienda, mediamente oltre i 6 anni, la retribuzione aumenta sia per i normali scatti di anzianità contrattuali sia per la crescente importanza della risorsa.

L'appartenenza al sesso femminile, poi, influenza, in senso negativo, il livello di retribuzione percepito. Solo il 13% delle donne, infatti, dichiara redditi superiori a 50.000 euro; tale percentuale cresce a circa il 23% per gli uomini. Al contrario, le donne non sembrano particolarmente svantaggiate nelle variazioni annuali del livello retributivo.


Fonte:

http://www.01net.it/articoli/0,1254,1_ART_79896,00.html


sabato 24 maggio 2008

Gli stipendi dei professionisti IT europei sono fra i più alti

Tratto da Apogeoonline:
http://www.apogeonline.com/webzine/2007/10/30/22/200710302202

30 ottobre 2007

Il report Mercer IT Pay around the World 2007 fa il punto sulla situazione stipendi del mondo IT

IT Pay around the World 2007, l'ultima indagine Mercer sul total cash annuo e sulla total remuneration dei dipendenti del settore IT, ha delineato una situazione europea a dir poco rosea. Analizzando i dati di 6.545 aziende di 35 paesi, pare che i professionisti IT europei, siano i più pagati al mondo.

La classifica dei primi dieci paesi, in relazione alla retribuzione di base e ai bonus annuali del 2006, è infatti così composta: Svizzera (110.990 euro), Danimarca (96.890 euro), Belgio (95.380 euro), Inghilterra (93.090 euro), Irlanda (85.200 euro), USA (84.650 euro), Germania (84.020 euro). Agli ultimi posti, invece, Vietnam, Bulgaria, Filippine, India, Indonesia e Cina, con stipendi compresi fra 12.180 euro e 26.580 euro. L'Italia si colloca fra l'11° e il 24° posto.

«L’impatto dell’outsourcing e dell’off-shoring dei ruoli IT in NordAmerica ed Europa occidentale spiega in parte il modello retributivo globale. I ruoli ai livelli inferiori vengono trasferiti in regioni in cui il talento è meno caro; i ruoli che restano in Europa occidentale e negli USA sono in numero minore ma sono ruoli più complessi quali vendor relationship manager, internal consultant, e IT Business Partner», ha commentato David Van De Voort, esperto delle politiche salariali nel settore IT presso la sede Mercer di Chicago.

venerdì 23 maggio 2008

Si inizia!

Bene,
questo è il mio primo post.
L'avventura inizia!

Questo blog tratterà i temi legati al lavoro, agli stipendi e alla carriera.
Il focus principale sarà sul mondo IT, al quale io appartengo, spaziando dalle PMI italiane ai BIG internazionali.

Gli spunti verranno dalle diverse notizie date sui molteplici blog internazionali.