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domenica 24 aprile 2011

Stipendi divisi tra deputati e senatori

Circa un mese fa sono stati pubblicati i redditi dei parlamentari (deputati e senatori) per l'anno 2010. La notizia è stata ripresa con la consueta nonchalance dai media italiani, che si sono al solito concentrati su quale fosse l'onorevole avvocato, piuttosto che il leader di partito, più ricco della sua categoria. Poco si è detto invece sull'entità delle cifre, che rimangono altissime nonostante anno dopo anno tutti (maggioranza e opposizione) promettano di metterci mano per ridurle in maniera significativa.
Ma quanto spende lo Stato per mantenere direttamente i rappresentanti del popolo? Cercare di capire quanto denaro pubblico entri nelle tasche dei parlamentari italiani non è impresa facile. Non che sia difficile reperire i dati ufficiali, sia chiaro, ma le tante variabili in gioco fanno sì che gli stipendi mensili di deputati e senatori siano molto diversi da parlamentare a parlamentare.
La tabella che segue mostra le somme ricevute dai nostri rappresentanti, divise per categoria e per ramo parlamentare:
L’indennità parlamentare, unica forma di compenso prevista dalla Costituzione (art. 69), è lo stipendio netto mensile dei parlamentari (non è prevista la tredicesima mensilità). Sull'importo netto sono trattenute le imposte addizionali regionali e comunali che cambiano a seconda del domicilio fiscale del parlamentare. Nel 2006 l’indennità è stata ridotta del 10% sia alla Camera che al Senato.
La diaria, altro non è che il rimborso spese mensile per il soggiorno a Roma. Dall’inizio di quest’anno è stata ridotta di 500 euro in entrambi i rami del Parlamento. Non è quasi mai uguale per i parlamentari, poiché su di essa vanno a incidere i giorni di assenza nelle sedute con votazione elettronica: ogni volta che si lascia la poltrona vuota si prendono circa 200 euro in meno sul totale.
Come la diaria, anche i rimborsi spese forfettari, erogati per l’attività svolta durante il mandato elettorale, sono stati ridotti di 500 euro. Al Senato gran parte della somma viene destinata all’attività del gruppo parlamentare di riferimento.
Un notevole privilegio per i parlamentari è poter disporre di una tessera per la libera circolazione su tutto il territorio italiano. In più, ogni deputato dispone di un budget trimestrale per raggiungere gli aeroporti più vicini al luogo di residenza.
Altro capitolo è quello delle spese telefoniche, che vengono rimborsate in maniera diversa tra Camera e Senato: i deputati dispongono di circa 3000 euro annui (circa 260 € al mese) mentre ai senatori le spese sono incluse nel  rimborso di 1650 euro mensili, comprensivi delle spese di viaggio.
Dall’indennità parlamentare lorda vengono detratti i soldi per ricevere l’assistenza sanitaria, nonché il vitalizio e la liquidazione. Quest’ultima equivale all’80% dell’indennità mensile lorda moltiplicato per ogni anno trascorso in parlamento. Questo significa che un deputato che abbia lavorato, mettiamo caso, un intero mandato (5 anni) prenderà un assegno pari a 58.518 euro.
Per il vitalizio, che comunemente chiamiamo pensione, i calcoli sono poco più complessi. Si riceve al compimento dei 65 anni esclusivamente se si è concluso in modo effettivo un intero mandato parlamentare (5 anni). L’età pensionabile può essere abbassata fino al 60° anno di età (limite minimo) detraendo un anno per ogni anno di mandato oltre il quinto. L'importo dell'assegno varia da un minimo del 20% a un massimo del 60% dell'indennità parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare. Nel caso in cui il parlamentare sia rieletto in Parlamento, o eletto in un ente governativo, o al Parlamento europeo e riceva un indennità pari o superiore al 40% dell’indennità parlamentare, il pagamento del vitalizio viene sospeso.
Alla luce di questi numeri viene da chiedersi come sia possibile che alcuni parlamentari dichiarino meno di 50mila euro annui, se la sola indennità totale annua supera questa cifra. In alcuni casi il “trucco” c’è, come per l’On. Pietro Marcazzan (Udc), il meno ricco dei parlamentari (10.330 euro dichiarati): essendo subentrato a una collega nel settembre 2010, l’On. Anna Teresa Formisano, ha dovuto dichiarare il suo stipendio da insegnante di lingue straniere. C’è da scommettere che il prossimo anno la dichiarazione dell’ex professore si gonfierà non poco, visto l’onorevole stipendio.

Fonte:
http://www.termometropolitico.it/component/content/article/20867-quanto-guadagnano-oggi-i-parlamentari.html

Stipendi dei parlamentari deputati e senatori per l'anno 2009

Il “primus inter pares”, non è una sorpresa: è sempre lui, Silvio Berlusconi. Nella classifica dei parlamentari (compresi i ministri) più ricchi d’Italia il premier batte tutti, con un distacco abissale sugli altri. Ha dichiarato nel 2010, in relazione ai redditi del 2009, poco meno di 41 milioni di euro (per l’esattezza, 40.897.004 euro). Un “gruzzolo” che rispetto all’anno precedente è quasi raddoppiato, nel 2008 era infatti di circa 23 milioni di euro. Alla voce “stato civile” Berlusconi ha scritto “separato”, mentre non risultano nuovi acquisti di auto e barche né nuove partecipazioni in società. L’imposta netta pagata all’Erario è stata di 17 milioni e mezzo. Nel 2009 il premier ha venduto una comproprietà al 50 per cento di un appartamento a Milano, tra gli immobili a lui intestati risultano altri cinque appartamenti e due box sempre a Milano, dove ha la comproprietà di altri due immobili. Figurano inoltre un immobile a Lesa, vicino a Novara, e le proprietà di Antigua: due terreni e un immobile. Infine tre depositi di gestione patrimoniale presso la Banca popolare di Sondrio, il Monte dei Pashi di Siena e la Banca Arner Italia.

Sono pubblici da lunedi 28 marzo, consultabili presso Montecitorio, le dichiarazioni dei redditi relative al 2009 di tutti i parlamentari. La “documentazione patrimoniale” è  però a disposizione nella maggior parte dei casi esclusivamente in formato cartaceo. Solo 80 tra deputati e senatori infatti hanno dato l’autorizzazione a mettere la loro dichiarazione online sul sito della Camera. Nella scheda biografica del singolo parlamentare può comparire quindi anche la voce “documentazione patrimoniale”, così ad esempio per i ministri Renato Brunetta e Franco Frattini.

I ministri appunto. Il più ricco del Cdm (Berlusconi a parte) è il responsabile della Difesa Ignazio La Russa, con 374.461 euro. Seguono Giulio Tremonti, con 301.918 euro, che l’anno precedente erano meno di 40 mila, e Renato Brunetta, con 300.894. A scendere: Ferruccio Fazio (256.811 euro), Franco Frattini (237.219 euro), il neo ministro Francesco Saverio Romano (236.295 euro), Stefania Prestigiacomo (222.911 euro), l’ormai ex Sandro Bondi (184.591 euro), Altero Matteoli (183.648 euro), Raffaele Fitto (179.787 euro), Mariastella Gelmini (176.981 euro), Roberto Calderoli (174.850 euro), Michela Vittoria Brambilla (173.818 euro), Maurizio Sacconi (172.394 euro), Gianfranco Rotondi (172.061 euro), Roberto Maroni (170.711 euro), Elio Vito (169.432 euro), Angelino Alfano (168.318 euro, ha dichiarato di più la moglie avvocato, Tiziana Miceli, con 229.074 euro), Umberto Bossi (167.957 euro), Giorgia Meloni (165.941 euro), Mara Carfagna (165.849 euro).
Chiudono la classifica il vice ministro leghista Roberto Castelli (164.358 euro), il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani (161.911 euro) e il neo responsabile della Cultura Giancarlo Galan (149.938 euro).

Tra i leader di partito al primo posto, sempre dopo il premier, c’è Gianfranco Fini, che ha guadagnato 186.563 euro. Anche se nel gruppo delle più alte cariche il suo omologo al Senato, Renato Schifani, lo supera con un imponibile di 229.918 euro. Dopo Fini, il leader dell’Api Francesco Rutelli, con 182.159 euro, il segretario dell’Idv Antonio Di Pietro, con 176.885, poi il leader della Lega Bossi, il segretario del Pd Pierluigi Bersani (137.013 euro) e quello dell’Udc Pier Ferdinando Casini, con un reddito di 106.063 euro. Nella classifica dei deputati che sono anche avvocati Niccolò Ghedini batte l’altro legale di Berlusconi, Piero Longo, con 1.127.118 euro contro 530.847 euro. Ma è “doppiato” a sua volta dalla collega di Fli, Giulia Bongiorno, che ha dichiarato 2.048.397 euro.
Se invece si prendono in considerazione anche i sottosegretari, il più facoltoso risulta essere un ex: Guido Bertolaso, che ha dichiarato 862.921. È seguito dal sottosegretario Daniela Santanchè, che nel 2009 ha guadagnato 642.517 euro, e da Gianni Letta, con 342.310 euro.

La top ten dei senatori è guidata dall'oncologo Umberto Veronesi del Pd, che ha dichiarato un imponibile di 1.364.720 euro; al secondo posto c’è Alfredo Messina del Pdl (1.293.842 euro), al terzo Raffaele Ranucci del Pd (1.264.657 euro). Figurano poi: Salvatore Sciascia del Pdl (1.041.493 euro), il magistrato e scrittore Gianrico Carofiglio del Pd (979.596 euro), Giuseppe Ciarrapico del Pdl (904.410 euro), Carlo Azeglio Ciampi (che con 717.122 euro è anche il più ricco tra i senatori a vita. Giulio Andreotti è secondo, con 488.006 euro), Francesco Casoli del Pdl (609.425 euro), Marcello Dell’Utri del Pdl (580.685 euro) e Riccardo Conti del Pdl (553.301 euro).

Nella classifica dei deputati invece dietro Berlusconi compaiono Antonio Angelucci, magnate della sanità e padre di Gianpaolo ed editore di Libero e del Riformista, con un imponibile di 6,1 milioni di euro (nella dichiarazione precedente erano 3,5), il finiano Giuseppe Consolo, con 2.308.103 euro, Giulia Bongiorno appunto e Maurizio Paniz, con 1.765.878 euro. Santo Versace, che nella graduatoria dello scorso anno era il secondo parlamentare più ricco dopo il premier con un reddito di  oltre 5 milioni di euro, nel 2010 ha dichiarato molto meno: 604.067 euro. Ed è passato al decimo posto.

Infine i meno abbienti: Pietro Marcazzan dell’Udc, proclamato deputato il 15 settembre del 2010, ha dichiarato 10.330 euro, quindi il leghista Eraldo Isidori, proclamato il 19 ottobre del 2010, con 15.643 euro.

fonte:
http://tg24.sky.it/tg24/politica/2011/03/28/parlamentari_ricchi_classifica_deputati_senatori_ministri_silvio_berlusconi_dichiarazione_redditi.html

sabato 23 aprile 2011

Stipendi. Gli immigrati guadagnano 319 euro meno degli italiani

Con la crisi il tasso di disoccupazione ha raggiunto l'11,4%. I dati della CGIA di Mestre



Roma - 19 aprile 2011 - Vengono pagati meno degli italiani (mediamente 319 euro al mese), ma il livello di disoccupazione ha toccato l’11,4% (contro una media nazionale presente in Italia che si attesta all’8,4%).
La CGIA di Mestre, dopo le dichiarazioni del ministro Tremonti, ha analizzato il livello retributivo ed occupazionale degli stranieri regolarmente presenti nel nostro Paese. Da questa analisi emerge che gli immigrati percepiscono mediamente 965 euro netti al mese; 319 euro in meno rispetto agli italiani.

“Questo differenziale – segnala il segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussi – è dovuto al fatto che l’esperienza lavorativa tra gli immigrati è mediamente molto inferiore di quella maturata dagli italiani. Pertanto, i primi hanno scatti di anzianità più contenuti dei secondi.”

Il tasso di disoccupazione degli stranieri regolarmente presenti in Italia, invece, ha raggiunto l’11,4% (contro una media della disoccupazione nazionale pari all’8,4%).

A livello territoriale è la Basilicata la Regione che presenta la percentuale di stranieri disoccupati più elevata (18,9%). Seguono il Piemonte/Valle d’Aosta (15,4%), la Liguria (13,8%), l’Abruzzo (13,6%) e il Friuli V.G. (13,2%).

Dall’inizio della crisi ad oggi, sono quasi 110.000 gli stranieri che hanno perso il posto di lavoro. Il numero complessivo degli immigrati alla ricerca di un posto di lavoro si attesta attorno alle 265.800 unità.

Retribuzione dei dipendenti stranieri e differenziali con gli italiani (in €) III trimestre 2010
Per retribuzione si intende la retribuzione netta del mese escluse altre mensilità (tredicesime, quattordicesime…) e voci accessorie non percepite regolarmente tutti i mesi (premi di produttività, arretrati…)          
Alcuni settori di attività
 
Retribuzione mensile
stranieri
(in €)
Differenziali
rispetto agli italiani
(in €)
Agricoltura
857
-77
Manifattura
1.134
-184
Costruzioni
1.084
-124
Commercio
1.005
-118
Alberghi e ristoranti
907
-31
Trasporti e comunicazione
1.238
-161
Servizi alle imprese
901
-245
Istruzione, sanità
1.104
-304
Altri servizi alle persone
726
-310
Totale
965
-319
Elaborazioni Ufficio Studi CGIA su dati Istat Rcfl
 
Il mercato del lavoro straniero nel 2010 (media primi 3 mesi 2010)
 
Occupati
Disoccupati
Nuovi disoccupati creati dalla crisi (2008/2010)
Tasso di disoccupazione straniero
Abruzzo
34.459
5.402
3.826
13,6
Basilicata
6.340
1.482
1.103
18,9
Calabria
26.039
1.961
405
7,0
Campania
75.905
5.634
54
6,8
Emilia Romagna
219.612
31.698
17.683
12,6
Friuli Venezia Giulia
44.621
6.782
1.460
13,2
Lazio
268.830
27.006
6.179
9,1
Liguria
58.623
9.442
4.373
13,8
Lombardia
467.827
65.267
35.336
12,2
Marche
61.193
8.955
3.216
12,8
Molise
3.892
511
305
11,6
Piemonte e Valle d'Aosta
186.523
33.992
17.109
15,4
Puglia
38.048
2.497
-85
6,1
Sardegna
18.747
1.849
831
9,0
Sicilia
56.970
6.456
2.181
10,2
Toscana
175.376
19.072
7.146
9,8
Trentino Alto Adige
38.186
5.235
2.012
12,0
Umbria
46.709
6.249
1.244
11,8
Veneto
225.864
26.319
5.581
10,4
Italia
2.053.765
265.807
109.958
11,4

venerdì 15 aprile 2011

Classifica totale stipendi top manager 2010

Classifica totale stipendi top manager 2010 del sole 24 ore:

  1. Alessandro Profumo - 40.590.000
  2. Luca Cordero di Montezemolo - 8.728.000
  3. Marco Tronchetti Provera - 6.618.000
  4. Cesare Geronzi - 5.024.000
  5. Fausto Marchionni - 5.007.000
  6. Fulvio Conti - 4.941.679
  7. Giorgio Angelo Girelli - 4.905.768
  8. Paolo Scaroni - 4.610.000
  9. Pier Francesco Guargaglini - 4.478.000
  10. Jacques Leost - 4.447.000
  11. Pietro Franco Tali - 4.201.000
  12. Pietro Giordano - 4.195.825
  13. Giampiero Pesenti - 4.000.000
  14. Roberto Vedovotto - 3.817.700
  15. Andrea Guerra - 3.800.462
  16. Fedele Confalonieri - 3.718.000
  17. Sergio Balbinot - 3.557.837
  18. Luca Garavoglia - 3.534.105
  19. Giovanni Perissinotto - 3.513.037
  20. Corrado Passera - 3.500.000
  21. Sergio Marchionne - 3.498.000
  22. Enrico Cavatorta - 3.355.205
  23. Adolfo Bizzocchi - 3.301.000
  24. Giuliano Andreani - 3.300.000
  25. Francesco Micheli - 3.286.000
  26. Diego della Valle - 3.215.357
  27. Giulia Maria Ligresti - 2.985.676
  28. Maurizio Costa - 2.851.000
  29. Claudio Calabi - 2.830.000
  30. Jonella Ligresti - 2.817.205
  31. Gioacchino Paolo Ligresti - 2.751.261
  32. Franco Moscetti - 2.690.000
  33. Franco Bernabè - 2.598.000
  34. Massimo Moratti - 2.586.000
  35. Renato Pagliari - 2.550.000
  36. Alberto Nagel - 2.550.000
  37. Francesco Trapani - 2.538.620
  38. Gian Marco Moratti - 2.536.000
  39. Francesco Caltagirone - 2.532.000
  40. Giuliano Zuccoli - 2.471.352
  41. Valerio Battista - 2.451.643
  42. Gaetano Miccichè - 2.390.000
  43. Andre Michelle Ballester - 2.265.572
  44. Francesco Gori - 2.251.000
  45. Massimo di Carlo - 2.250.000
  46. Maurizio Cereda - 2.235.000
  47. Jean Claude Blanc - 2.228.000
  48. Antonio Talarico - 2.223.372
  49. Fabio DeLonghi - 2.220.000
  50. Franzo Grande Stevens - 2.197.000
fonte:
http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/SoleOnLine5/_Oggetti_Correlati/Documenti/Finanza%20e%20Mercati/2011/04/classifica-2010.pdf?uuid=89b8a608-6662-11e0-a5eb-2bd1a886afd8

Classifica top 20 2010 degli stipendi dei top manager italiani

Compensi monetari, più eventuali stock option o azioni gratuite, pubblicati nei bilanci 2010 delle società quotate, valori in euro al lordo delle tasse (classifica provvisoria in base ai bilanci disponibili)
Fonte dal sole 24 ore:
http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/SoleOnLine5/_Oggetti_Correlati/Documenti/Finanza%20e%20Mercati/2011/04/classifica-2010.pdf?uuid=89b8a608-6662-11e0-a5eb-2bd1a886afd8

  1. Alessandro Profumo - 40.590.000
  2. Luca Cordero di Montezemolo - 8.728.000
  3. Marco Tronchetti Provera - 6.618.000
  4. Cesare Geronzi - 5.024.000
  5. Fausto Marchionni - 5.007.000
  6. Fulvio Conti - 4.941.679
  7. Giorgio Angelo Girelli - 4.905.768
  8. Paolo Scaroni - 4.610.000
  9. Pier Francesco Guargaglini - 4.478.000
  10. Jacques Leost - 4.447.000
  11. Pietro Franco Tali - 4.201.000
  12. Pietro Giordano - 4.195.825
  13. Giampiero Pesenti - 4.000.000
  14. Roberto Vedovotto - 3.817.700
  15. Andrea Guerra - 3.800.462
  16. Fedele Confalonieri - 3.718.000
  17. Sergio Balbinot - 3.557.837
  18. Luca Garavoglia - 3.534.105
  19. Giovanni Perissinotto - 3.513.037
  20. Corrado Passera - 3.500.000

sabato 9 aprile 2011

Alessandro Profumo: 40.590.000 euro di stipendio nel 2010


Alessandro Profumo
Amministratore Delegato di Unicredit fino al 21 settembre 2010
40.590.000 euro di stipendio nel 2010
L’importo comprende, oltre allo stipendio e altre componenti
retributive non variabili (pari a 2,59 milioni), 38 milioni in
relazione all’accordo di cessazione del rapporto di lavoro
(incentivo all’esodo di 36,5 milioni e 1,5 milioni per l’impegno
di non concorrenza per un anno). Nell’accordo Unicredit si è
anche impegnata a fare una donazione in beneficenza di 2
milioni

Fonte:

http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/SoleOnLine5/_Oggetti_Correlati/Documenti/Finanza%20e%20Mercati/2011/03/Stipendi-manager-2010_ok.pdf?uuid=78922508-5c84-11e0-942b-9acc4d1cfe54

Marco Tronchetti Provera 5.664.000€ di stipendio nel 2009



3° - Marco Tronchetti Provera - 5.664.000€ di stipendio nel 2009
fonte:
http://finanza.it.msn.com/speciali/gallery.aspx?cp-documentid=153103539&page=18


Marco Tronchetti Provera (Milano, 18 gennaio 1948) è un imprenditore e dirigente d'azienda italiano.
nel 1978, Marco Tronchetti Provera sposa Cecilia Pirelli, figlia di Leopoldo Pirelli patron dell’omonimo gruppo industriale
Tronchetti Provera ricopre cariche importanti nelle seguenti società:
Altre organizzazioni:
  • Confindustria, membro dell'Esecutivo
  • Università Commerciale Luigi Bocconi, membro del CdA (rappresentante dell'Ente Fondatore Istituto Javotte Bocconi)
Fa parte del Gruppo Bilderberg.
fonte:
http://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Tronchetti_Provera

Claudio De Conto 7.337.000€ di stipendio nel 2009


2° - Claudio De Conto - 7.337.000€ di stipendio nel 2009
fonte:
http://finanza.it.msn.com/speciali/gallery.aspx?cp-documentid=153103539&page=19


E' nato a Milano nel 1962.
Si laurea nel 1986 presso l'Università Bocconi di Milano.
Attualmente é Amministratore Delegato Finanza di Pirelli & C. Real Estate S.p.A. e Presidente Esecutivo Pirelli Real Estate Credit Servicing.
Inoltre é Consigliere di Amministrazione di Rcs MediaGroup S.p.A e Membro del Board di Cyoptics Inc.

Carlo Alessandro Puri Negri 14.000.000€ di stipendio nel 2009

Carlo Puri Negri stipendio 2009: 14.000.000€
fonte:
http://finanza.it.msn.com/speciali/gallery.aspx?cp-documentid=153103539&page=20


Carlo Alessandro Puri Negri (Genova, 1952) è un dirigente d'azienda italiano.
È amministratore delegato di Pirelli RE e vicepresidente di Pirelli, nonché vicepresidente della finanziaria Camfin. Siede nei consigli di amministrazione di Telecom Italia, Olimpia, GPI e Capitalia.

È figlio di Ambrogio Puri, già membro del Consiglio d'amministrazione Pirelli, e di Margherita Negri, cugina di Leopoldo Pirelli e nipote del fondatore Giovanni Battista Pirelli. È omonimo dello zio Carlo Negri, primo caduto della Regia Aeronautica dopo l'8 settembre 1943.
È stato sposato con l'attrice inglese Clio Goldsmith (1957), della grande famiglia di origini ebraiche discendente da Benedict Hayum Salomon Goldschmidt (1738-1812) banchiere del Granduca di Toscana, poi sposata a Mark Roland Shand, fratello di Camilla, duchessa di Cornovaglia. Dall'unione è nata una figlia.
Attualmente è sposato con Giulia Clavarino, con la quale ha quattro figli[1].


fonte:
http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Alessandro_Puri_Negri

venerdì 8 aprile 2011

Fausto Marchionni guadagna oltre 5 milioni nonostante le perdite di FonSai - Classifica dei più pagati


Per Fausto Marchionni, l'amministratore delegato e direttore generale di Fondiaria SAI l'annata 2010 è stata buona. I suoi compensi complessivi hanno di poco superato i 5 milioni di euro lordi.

L'amministratore delegato di Impregilo, Alberto Rubegni, con 2,12 milioni di compensi lordi,

Il presidente di Impregilo, Massimo Ponzellini, ha un compenso stabile, 1,4 milioni lordi.

John Elkann, 35 anni, presidente di Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli che detiene il 30% del gruppo Fiat, compensi per 1,55 milioni

Gianluigi Gabetti, presidente d'onore di Exor, ha un compenso di un milione lordo annuo,

l'avvocato Franzo Grande Stevens, consulente di Exor e di Fiat, di cui è anche segretario del cda, ha ricevuto 2,18 milioni lordi per le sue prestazioni professionali

Luciano, presidente di Benetton, ha sempre uno stipendio di 1,6 milioni lordi

Il figlio, Alessandro Benetton, ha ricevuto 1,15 milioni in prevalenza come amministratore delegato della Benetton

L'amministratore delegato di Benetton, Gerolamo Caccia Dominioni, se n'è andato il 22 aprile 2010 e per meno di quattro mesi ha guadagnato 1,35 milioni, buonuscita compresa.

L'amministratore delegato di Autogrill, Gianmario Tondato da Ruos, ha ricevuto 1,84 milioni lordi

di Gianni Dragoni
fonte:
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-04-06/marchionni-fondiariasai-guadagna-oltre-184532.shtml

Geronzi primo nella classifica delle maxi liquidazioni con 48mila euro al giorno

Geronzi primo nella classifica delle maxi liquidazioni con 48mila euro al
giorno - Quante tasse pagherà
di Gianni Dragoni

Cesare Geronzi davanti a Roberto Colaninno, che a sua volta precede Franco
Bernabé e Matteo Arpe. La graduatoria delle super liquidazioni calcolata in
euro per ogni giorno di lavoro, compresi i sabati e i festivi, mette l'ex
presidente delle Generali davanti a tutti i manager di società quotate
italiane. Secondo i calcoli del Sole 24 Ore, dividendo l'importo lordo
riconosciuto alla fine del rapporto per la durata della carica, Geronzi, se
sarà confermata dalla società la buonuscita di 16,65 milioni di euro,
anticipata ieri dall'Ansa, ha maturato in media quasi 48mila euro di
buonuscita per ognuno dei 347 giorni, davvero da Leone, trascorsi come
presidente di uno dei primi tre gruppi assicurativi europei.


«Non ho bisogno di deleghe. Mi basta alzare il telefono...», aveva detto
Geronzi dopo la contrastata nomina alle Generali. Con quest'uscita ha
dimostrato che, almeno per farsi la busta paga, un peso ce l'aveva davvero.
Il suo stipendio era di 3,3 milioni lordi su base annua.

Se si fa il calcolo in euro al giorno, l'ex banchiere di Marino tiene a
grande distanza perfino Cesare Romiti, l'ex numero uno della Fiat che se ne
andò da Torino nel 1998, dopo 24 anni, incassando 101,5 milioni lordi di
euro, una somma pari a 4,23 milioni l'anno, cioè 11.160 euro al giorno.
Neanche rivalutata in base ai coefficienti Istat che tengono conto della
svalutazione per l'inflazione, la maxiliquidazione di Romiti (equivalente a
128 milioni del 2009) scalfirebbe quella di Geronzi, perché sarebbe di
14.062 euro al giorno.


Romiti resta il dirigente che ha incassato la liquidazione più alta in
valore assoluto, almeno dai dati che sono stati pubblicati nei bilanci, ma
in questa graduatoria è solo sesto. Al secondo posto c'èRoberto Colaninno,
il quale dopo due anni al vertice di Telecom Italia, che aveva scalato nel
maggio 1999 con i soci bresciani, se n'è andato il 31 luglio 2001 dopo aver
concordato una buonuscita di 25,8 milioni, equivalente a 35.342 euro al
giorno. Colaninno, ora presidente della nuova Alitalia-Cai e della Piaggio,
guadagnò molto di più rivendendo le azioni e stock option delle sue società
che avevano investito in Telecom, circa 250 milioni che, al netto delle
tasse, sono diventati 160 milioni. Soldi _ ha detto l'imprenditore _
reinvestiti nella Piaggio. Ma questi sono frutto della sua attività
imprenditoriale, non una buonuscita e quindi non sono calcolati in questa
classifica.


Al terzo posto il manager che guidava la società telefonica quando arrivò
Colaninno, Franco Bernabé, tornato a Telecom alla fine del 2007. Dopo soli
sette mesi e mezzo al gruppo telefonico il manager di Vipiteno dovette
andarsene, incassò 7,5 milioni lordi, pari a 32.880 euro al giorno.

Il quarto in classifica è Matteo Arpe, il giovane banchiere vittima di uno
scontro di potere con Geronzi, costretto a lasciare Capitalia il 31 maggio
2007. Dopo soli quattro anni da amministratore delegato, Arpe ricevette 37,4
milioni lordi (di cui 31,22 di buonuscita, 1,28 di Tfr, 4,45 milioni tra
stipen e bonus): dividendo l'intera somma per i quattro anni al vertice
dell'ex Banca di Roma, risulta che Arpe ha maturato 25.616 euro di
liquidazione al giorno.
Alessandro Profumo, che se n'è andato da Unicredit il 21 settembre 2010 dopo
uno scontro con le fondazioni azioniste, ha ricevuto 40 milioni lordi di
liquidazione (di cui due versati direttamente dalla banca in beneficenza),
pari a 8.427 euro al giorno per i 13 anni in cui è stato amministratore
delegato dell'Unicredit.


Nel pay watch delle liquidazioni elaborato dal Sole 24 Ore entrano anche la
meteora Gianmario Rossignolo, che nel 1998 durò meno di 10 mesi come
presidente di Telecom. Si definiva very powerful executive chairman,
ricevette all'uscita 5 milioni lordi: 17.300 euro al giorno, una media
superiore del 50% a Romiti. In classifica c'è anche il primogenito
dell'exnumero uno Fiat. Maurizio Romiti fu costretto a lasciare la guida del
gruppo Rcs, editore tra l'altro del Corriere della sera, il 15 settembre
2004, dopo sette anni e mezzo. Ricevette una buonuscita di circa 15 milioni,
pari a 5.753 euro al giorno, che suscitò le proteste di molti azionisti
perché i risultati nella sua gestione erano stati pesantemente negativi. In
classifica anche gli ex Telecom Riccardo Ruggiero (17,28 milioni, pari a
7.515 euro al giorno) e Carlo Buora (12 milioni circa, 5.480 euro al giorno)
, infine Vito Gamberale, che lascò la guida di Autostrade (oggi Atlantia) il
2 maggio 2006 con 11,4 milioni di buonuscita, pari a 5.210 euro al giorno.
Più o meno come quelli maturati da Gabriele Galateri da presidente di
Mebanca, tra il 2003 e il 2007.


gianni.dragoni@ilsole24ore.com


fonte:
http://www.gruppionline.org/news/politica/201104/48mila-euro-al-giorno/single

Gli stipendi svizzeri sono i più alti del mondo

BERNA - Gli stipendi netti percepiti in Svizzera figurano tra i più alti al mondo: il dato emerge da un'analisi effettuata dall'Organizzazione europea per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse).

Basandosi sui dati in proprio possesso, l'Ocse ha stilato due graduatorie relative a tipologie famigliari diversi. Quella che considera il salario netto medio di un lavoratore single, senza figli e a parità di potere d'acquisto pone gli svizzeri al quarto posto, con 36'012 dollari l'anno (circa 40'000 franchi). La graduatoria dei lavoratori coniugati, con due figli a carico, situa invece la Confederazione al secondo rango, con 42'192 dollari (circa 47'000 franchi). A guidare la prima classifica è la Corea del sud, la seconda invece vede al primo posto il Lussemburgo. Per quanto concerne la Svizzera, l'Ocse precisa tuttavia che i rilevamenti tengono unicamente conto degli importi minimi relativi ai contribuiti sociali, alla previdenza professionale obbligatoria e alla copertura sanitaria. Inoltre, il salario medio di riferimento - 75'376 franchi lordi per un impiego a tempo pieno nel settore privato - è quello del cantone di Zurigo. Di conseguenza, il quadro finale non rispecchia perfettamente la situazione reale.

domenica 3 aprile 2011

Il contratto d'oro di Gildo Salton


Uno stipendio da direttore generale Ascopiave pari a 230 mila euro lordi l'anno, superiore di 70 mila euro al precedente e identico ruolo di amministratore delegato. Uno stipendio, quello di Gildo Salton, incastonato in un contratto da dipendente a tempo indeterminato che lo blinda da qualsiasi tentativo di licenziamento.

Perché? Semplice: mandarlo a casa costerebbe troppo all'Ascopiave: 2 milioni di euro tra megaliquidazione e contributi previdenziali. Politica e poltrone: dietro la bufera politica scoppiata intorno ad Ascopiave spuntano cifre da brivido. Quelle del contratto da direttore generale Ascopiave di Salton.

Qualche esempio. La Lega (che oggi ha in mano la maggioranza di Ascopiave) cercherà di cacciare il direttore generale Salton (area Pdl) licenziandolo senza giusta causa appigliandosi solo ai cavilli del contratto nazionale di lavoro dei dirigenti? Allora Ascopiave dovrà sborsargli 1.160.000 euro,  (con anzianità che scatta addirittura dal gennaio 2000) più una mega-penale di 36 mesi (930.000 euro). Altra ipotesi: licenziano Salton senza giusta causa ma anche senza la stampella del contratto nazionale? Potrà pretendere da un minimo di 1.313.000 euro a un massimo di 1.543.000 euro, equivalente a 12 mesi di preavviso più una indennità supplementare (minimo 8 mesi, massimo 20 mesi) più una penale di 36 mesi (alla fine, 56 mensilità...).

Altra ipotesi ancora: Salton si dimette? Potrà pretendere 1.160.000 euro. Anche a fronte di una «riduzione dei poteri», ossia in caso di mobbing. Insomma: l'uomo è blindatissimo. Attenzione: tutte le somme che abbiamo snocciolato, essendo al lordo, non prevedono contributi Inail, Irap e altre voci, e quindi vanno maggiorate del 35-40 per cento. Per arrivare così ai due milioni di euro di costi netti che Ascopiave dovrebbe sostenere per cacciare, qualora lo volesse, il direttore Salton.


Tutte cifre che abbiamo visionato, contenute nel contratto di (auto) assunzione di Gildo Salton come direttore generale di Ascopiave, il colosso del gas di cui sono soci 93 Comuni. Quel contratto da direttore generale varato lo scorso 28 gennaio dal consiglio di amministrazione di Ascopiave guidato da Salton, presidente e (allora) amministratore delegato di Ascopiave e pure presidente Asco Holding.

Un blitz che ha fatto imbufalire la Lega, che infatti il 28 aprile per punirlo (la maggioranza dei Comuni soci è in mano al Carroccio) metterà alla presidenza di Ascopiave Fulvio Zugno, uomo fidato del segretario regionale della Lega Gian Paolo Gobbo. Salton così resterà «solo» direttore generale e presidente uscente di Asco Holding.

Un contratto votato all'unanimità (Salton astenuto) nella famosa seduta del 28 gennaio e, a detta della Lega, semplicemente «scandaloso» per la superblindatura da parte di un Salton che già dalla fine del 2010 sentiva il fiato sul collo dei leghisti.

Prendendo la parola - come si legge nel verbale della seduta - l'ex sindaco progressista Beninatto, membro del cda, ricorda la necessità, su input della Consob, di adeguare l'«assetto delle deleghe» Ascopiave, passando dalla figura dell'amministratore delegato a un direttore generale «titolare di un rapporto di lavoro subordinato». Quindi Beninatto «tenendo conto delle capacità professionali e dell'esperienza» di Salton propose di nominarlo direttore generale, modificando i compensi.

Ed ecco spuntare lo stipendio d'oro del nuovo direttore generale: 230 mila euro lordi l'anno. Molto più di quanto Salton prendeva da amministratore delegato, 160 mila euro.

Perché? Perché sempre nella seduta del 28 gennaio il cda di cui era - e sarà ancora per pochi giorni - presidente Salton decise di spostare 70 mila dei 150 mila euro dall'indennità da presidente Ascopiave nel già consistente «gruzzolo» dei 160 mila che Salton percepiva da amministratore delegato. Ecco l'indennità da direttore generale: 230 mila euro l'anno, ossia i 160 mila da ex amministratore delegato più i 70 mila provenienti dal dimezzamento della paga da presidente. Preveggente.

Fonte:
http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2011/04/03/news/il-contratto-d-oro-di-gildo-salton-3839608

venerdì 1 aprile 2011

Stipendi CDA aziende quotate

L'amministratore delegato della Fiat guadagna 133 volte lo stipendio di un suo operaio. Ecco i risultati di uno studio sul divario tra le retribuzioni nell'azienda di Torino e in altre realtà rappresentative dell'economia italiana



Note: I compensi del Cda di un anno possono subire forti oscillazioni per pagamenti straordinari (liquidazioni, per esempio), tuttavia si è voluto inserire il dato totale per evidenziare il costo sostenuto dalla società nell’esercizio. Alcune società prevedono che il presidente sia anche amministratore delegato. Per il Monte Paschi, privo della figura di amministratore delegato, è stata utilizzata la retribuzione del direttore generale.

*Le Assicurazioni Generali hanno due amministratori delegati: la retribuzione indicata è la media fra le due.

Fonte: Alessandro Casanova, Emilio Roncoroni in “Cda, quanto mi costi?”, su “www.lavoce.info”

Quello che ha tagliato le pensioni agli italiani prende 30mila euro al mese di vitalizio

L’ironica storia di Giuliano Amato: protagonista della prima vera riforma porta a casa il sussidio da professore e quello da parlamentareIl Dottor Sottile, ve lo ricordate?Giuliano Amato, colui che oggi propone la patrimoniale e ai bei tempi del suo governo fece la sacrosanta riforma delle pensioni e si presentò anche in televisione per difendere Bettino Craxi. Ebbene, scrive il Giornale in un articolo a firma di Mario Giordano, che parla del suo libro “Sanguisughe” in uscita, Giuliano Amato si porta a casa 1064 euro al giorno di pensione netti:


Si capisce: i sacrifici sono importanti. Ma solo per gli altri, è ovvio. Mica per lui. Giuliano Amato, infatti, dal 1 gennaio 1998 incassa una pensione Inpdap da ex professore universitario di 12.518 euro netti al mese, cioè 22.048 euro lordi, che corrispondono esattamente a un totale annuo di 264.577 euro.

Però non s’accontenta:


E dunque, visto chei sacrifici sono necessari, ai 12.518 euro netti che gli entrano in tasca ogni mese aggiunge la pensioncina da parlamentare (9.363 euro). In totale appunto 31.411 euro lordi al mese, circa 17mila euro netti. Una cifra che non gli impedisce, per altro, di continuare a prendere incarichi: due pubblici (presidente Treccani e presidente comitato dei garanti per il150esimo dell’Unità d’Italia) e uno privato (senior advisor della Deutsche Bank).

Giordano commenta:


Che ci volete fare? Il Dottor Sottile è così: sa difendere con altrettanta gagliardia il bene pubblico e i suoi interessi privati. E se, quando si occupa del benessere degli altri,è il paladino del massimo rigore, quando si tratta del benessere suo, beh, preferisce trasformarsi in generoso dispensatore. Non sfuggirà ai lettori il fatto che il nemico di tutti i baby pensionati è andato in pensione a 59anni ( e mica con due lire: 12.518 euro netti…); non sfuggirà che il nemico di tutti i cumuli cumula allegramente; e non sfuggirà soprattutto che, avendo passato gli ultimi anni a chiedere al Paese di tagliarsi le pensioni, non abbia mai pensato nemmeno lontanamente di tagliare la propria, fosse solo di cento euro, per un beau geste
Fonte:
http://www.giornalettismo.com/archives/119958/quello-che-ha-tagliato-le-pensioni-agli-italiani-prende-30mila-euro-al-mese-di-vitalizio/